I figli del mastro vetraio – Narrativa
Un romanzo capace letteralmente di stregare adulti e bambini lasciando a ciascuno il proprio attraversamento, così come vale per la più antica delle fiabe.
Un romanzo capace letteralmente di stregare adulti e bambini lasciando a ciascuno il proprio attraversamento, così come vale per la più antica delle fiabe.
Ai miei tempi, quando si aveva dodici anni succedeva una cosa straordinaria: tutto il mondo della letteratura si spalancava ai tuoi piedi. Non che prima non ci fossero incursioni nella libreria dei genitori, anzi, alcuni libri rubati e letti nel segreto della propria camera rappresentavano ghiotti bottini; ma a dodici anni – più o meno con l’ingresso alla scuola media – le incursioni non solo erano autorizzate, ma perfino incoraggiate.
Siamo nella Londra di fine 800 e Sally è una ragazza di sedici anni da poco rimasta orfana: la madre è morta quando lei era piccola e il padre è appena naufragato nei lontani mari della Cina. A pochi giorni dalla triste notizia Sally riceve una lettera che pare gettare uno nuova luce sulla morte del suo amato genitore. Sally è stata educata in modo non convenzionale e ha dalla sua una grande determinazione, la giusta dose di curiosità e una piccola pistola nella borsetta.
Tom viene mandato in quarantena dagli zii e già sa che si annoierà a morte, o almeno così crede… ma nell’atrio d’ingresso della nuova casa c’è un antico orologio a pendolo che non batte mai le ore giuste e, in particolare, a mezzanotte manda tredici rintocchi anziché dodici.
Ecco, le parole di questo romanzo sono come tanti uccellini, da tenere al caldo, da scaldare, da custodire.
Le parole limpide di Rumer Godden sono anche i mattoni, i dettagli, gli ingranaggi piccini, che portano alla costruzione di una vera noka (casa di campagna giapponese), sotto gli occhi rapiti del lettore.
Spesso, dopo i sei anni, si tende a far leggere i bambini da soli, proponendo letture che nell’intento di essere estremamente semplici scadono spesso in letture sciatte e prive di fascino. Se prima dei sei anni è l’albo illustrato a farla da padrone dopo l’ingresso alla scuola primaria si inizia a contare il numero della pagine, a rifiutare, quasi categoricamente, i libri di sole parole,.
Nel 2016 ci eravamo ripromessi di ampliare la mensola della narrativa, e devo dire che, fedeli al nostro proposito, abbiamo letto senza sosta libri su libri.
Delicatezza e rigore si fondono insieme per restituirci uno dei più bei romanzi sulla guerra e sull’infanzia degli ultimi quindici anni. Un libro che è un dono, che mentre ci racconta la saggezza di uno degli animali più umili e intelligenti addomesticati dall’uomo, ci parla anche della forza e della tenacia dei bambini, capaci di sopportare dolori e fatiche senza mai cedere alla disperazione.
Senza parlare di stereotipi (argomento che mi ha personalmente molto stancato) questo libro con leggerezza, ironia e sagacia vi farà desiderare di viaggiare nel tempo per incontrare Calpurnia e la sua numerosa – e strampalata – famiglia.
Il racconto di Pulmann è un susseguirsi di colori, e nasconde una riflessione sull’opera d’arte, capace di suggerire o ingabbiare la vita, e una visione sul mondo interiore di chi , per la prima volta, si trova a varcare il confine di un piccolo regno nel quale si sente al sicuro, per scoprire aldilà di quella frontiera, esistenze intrecciate le une alle altre.