Io non so se sia perché nelle librerie di catena il cliente deve scegliere per lo più da solo e quindi ha bisogno di un’indicazione di massima, o perché la dicitura “dai 7 anni” ci illude di non imbatterci in un rifiuto categorico da parte del lettore se il numero delle pagine è superiore alle aspettative e non compaiono illustrazioni nel testo; sta di fatto che consigliare un libro di narrativa per un bambino della scuola primaria e secondaria, vuole dire molto spesso parlare a lungo con il cliente e farlo riflettere sui vantaggi dell’imprevisto.
Mi stupisco ogni Natale di più, di quanto timore nasconda in un atto tanto semplice e splendente come quello di fare un regalo a qualcuno. I magi non si sono domandati se l’oro, l’olibano (ovvero l’incenso) e la mirra potessero dispiacere al bambino nato nella mangiatoia. Essi hanno portato ciò che di più prezioso possedevano per rendere omaggio al Re dei re. Per altro di questi doni il Vangelo di Matteo (l’unico tra gli evangelisti a raccontare dei Magi) non dice che utilizzo Maria e Giuseppe ne abbiano fatto in seguito, se li abbiano conservati, se li abbiano in parte scambiati per una stanza in una locanda lungo la via del ritorno o per una porzione abbondante di pane azzimo durante la fuga in Egitto.
Il dono splende nel momento in cui viene donato con cuore sincero. Questo è il messaggio anche di uno dei libri che, tra gli altri, preferisco mostrare ad ogni Natale, ovvero “Il dono dei Magi” di O. Henry.
Il racconto parla di due giovani innamorati molto poveri che decidono di vendere, all’insaputa l’una dell’altro, ciò che di più prezioso posseggono per poter comperare un dono speciale all’amato: lei vende i suoi lunghi capelli per acquistare una catenella d’oro per l’orologio da tasca di lui, e lui vende il suo prezioso orologio da tasca per comperare a lei un ricco fermaglio per i suoi lunghi capelli. Il giorno di Natale si ritroveranno a scartare due doni magnifici senza poterli utilizzare. Henry scrive:
“I Magi, come sapete, erano uomini saggi – uomini straordinariamente saggi – che portarono doni al bambino nella mangiatoia. Furono loro a inventare l’arte di fare i regali a Natale. Essendo saggi, non vi è alcun dubbio che i loro doni furono saggi (…).
E qui vi ho maldestramente raccontato la pacata cronaca di due ragazzi sprovveduti, che incautamente sacrificarono l’un per l’altro i più grandi tesori della loro casa.
Mi si conceda però un’ultima parola ai saggi dei nostri giorni: di tutti quelli che fanno e ricevono regali, sono loro i più saggi. Ovunque e sempre, sono loro i più saggi.
Sono loro i Magi.”(Da “Il dono dei Magi” traduzione a cura della casa editrice Orecchio acerbo)
Quando si decide di regalare un libro ad un bambino o ad un ragazzo possiamo avere due certezze: la prima, di carattere più venale, ci rassicura che non spenderemo più di 20 euro (in generale l’albo si aggira tra i 12 e i 20 euro e un libro di narrativa tra i 9 euro e i 16 euro); quindi se il destinatario non sarà soddisfatto del vostro dono, voi non avrete perso una fortuna; la seconda certezza sulla quale è bene fare sempre affidamento, è che qualunque libro possiede una sua anima e che questa, una volta donata, sfuggirà al vostro controllo e instaurerà un dialogo unico e irripetibile con il bambino a cui il libro è destinato. Sia che siate stati lungimiranti, sia che abbiate fatto di tutto per non scontentare nei gusti il vostro lettore, solo la storia potrà decretare l’efficacia del vostro dono. Regalare un libro non è come regalare un maglione, potrebbe non essere mai a misura nemmeno quando pensiate che lo sia.
Cosa può dunque fare un Magio? Quando decide i regalare un libro deve seguire il suo cuore. I Magi del Vangelo seguirono la stella per trovare il bambino e sappiamo dai Vangeli apocrifi – e da quanto scrive Marco Polo nel suo Milione- che questi Re, probabilmente di origine iranica, erano edotti nelle scienze astrologiche. Seguire le stelle, ovvero i moti celesti, significa essere pienamente in contatto con la natura sensibile delle cose e del cielo; inoltre trovo che seguire la stella sia una bellissima immagine che ci restituisce di questi saggi astrologi, l’idea di uomini sapienti guidati sia dalla scienza (quindi dalla ragione) che dalla fede (cioè dal cuore).
Io penso che chi scelga un libro seguendo la propria sensibilità sia come un Magio; a chi sceglie un libro con il cuore non preme quante pagine avrà il libro o se conterrà o meno delle illustrazioni. Una storia bella è l’unica responsabilità che il Magio deve accollarsi. Una volta donato, il libro si assumerà le sue responsabilità. I bambini e i ragazzi amano essere stupiti e guidati, e in futuro saranno grati a chi, inaspettatamente ha posato nella loro vita un libro diverso, imprevisto, fuori dai soliti schemi.
Ora vi voglio raccontare una storia.
“Cala Ataperistan” significa “Castello degli adoratori del fuoco”. Gli abitanti del castello raccontano una strana storia dei Re Magi: i tre re erano partiti da quella provincia per rendere visita a un ‘profeta che era nato’, portando i tre famosi doni. Una volta giunti, i tre si presentano singolarmente a Gesù bambino: il più giovane dei re trova che il bimbo ha la sua stessa età. Entra il secondo, Gesù ha la sua età; idem per il terzo. Stupefatti, i tre si raccontano l’un l’altro lo strano avvenimento, e decidono di entrare tutti assieme: stavolta Gesù è un bimbo tal quale era ‘poiché non aveva che tredici giorni di vita‘. Ricevuti i tre doni dai Re, Gesù consegna ai tre un cofanetto, chiuso. Ripartiti verso il loro paese, i Magi vollero vedere cosa contenesse: lo aprirono e restarono delusi, perché conteneva una pietra. Allora la gettarono in un pozzo: ed immediatamente dal cielo discese un ‘fuoco ardente che entrò completamente nel pozzo‘. I Re, accortisi della natura divina del prodigio, ‘presero di quel fuoco‘ e lo portarono con sè in patria, lo posero in una ‘chiesa‘ molto bella e ‘da allora lo fanno ardere continuamente‘.
Il castello si trova a tre giorni di viaggio dall’antica Sava e Marco Polo riporta questo racconto nel Milione.
Mi sembra un’immagine bellissima quella che ogni Magio veda il bambino Gesù della sua stessa età. Solo quando siamo a tu per tu con una storia essa può rivelarsi a noi per quello che è, e noi noi possiamo entrare in contatto con lei per quello che siamo. Per questo motivo un libro può essere adatto in ogni momento della nostra vita, aldilà che sia un albo illustrato o un libro di narrativa per ragazzi.
Quando invece ci troviamo, come in libreria, davanti allo stesso libro, esso si mostrerà più o meno identico per ognuno di noi perché il dialogo tra la nostra storia e la sua non è ancora stato instaurato nell’intimità. Possiamo lasciarci ispirare dalla copertina, farci guidare come dalla stella cometa dalle prime parole che leggiamo, ma poi possiamo solo affidarci all’autore e all’illustratore, e lasciare che la storia che essi raccontano, si riveli a ciascuno in modo diverso.
Gli abitanti del castello dicono poi che I Re Magi ricevettero a loro volta un dono da Gesù, un cofanetto che non aprirono se non una volta in viaggio. Dentro al cofanetto trovarono un sasso e per quanto fossero saggi, non riuscirono a capire il valore di quell’oggetto e lo gettarono in un pozzo. In quel momento un fuoco discese dal cielo ed entrò nel pozzo: allora i Magi si accorsero del prodigio e presero quel fuoco e lo portarono ognuno nella loro terra e ne tennero molto conto.
Sono certa che ad alcuni libri regalati capiti la stessa sorte del sasso, ovvero di soggiornare per molto tempo in un angolo buio della libreria, dimenticati o rifiutati; ma capita altrettanto spesso che a distanza di anni, un libro prezioso venga riscoperto per poi brillare come un tesoro.
C’è chi entra in libreria e ci descrive per filo e per segno il bambino destinatario del regalo: ci dice che ama o non ama leggere, che ha una passione per i videogiochi, per il calcio; il cliente è preoccupato che il libro sia eccessivamente lungo, con troppe parole, scritto “piccolo”, difficile… Insomma, abbiamo spesso dialoghi con Re Magi timidi che tremano all’idea di scontentare il bambino con un libro fuori dagli schemi.
Ma quali sono questi schemi ? E qui si apre un altro punto importante: spesso i punti di riferimento che un cliente ha dei libri per ragazzi si fondano solo su dei sentito dire. Senza un appiglio ad un’esperienza reale e comprovata, si rischia di alimentare idee fasulle e dannose, e noi librai sappiamo bene quanto questi pregiudizi influiscano oggi sull’allontanamento dei bambini dai libri.
Quali sono questi pregiudizi?
Seguiteci nel prossimo articolo.