«C’era una volta una coppia di boscaioli che aveva sette figli, tutti maschi. L’ultimo era nato piccolissimo, appena più grande di un pollice, e così l’avevano chiamato Pollicino. Era un bimbo mingherlino, che non diceva una parola. In realtà Pollicino era il più sveglio e il più saggio dei fratelli, e, se parlava poco, in compenso ascoltava molto».
Centinaia sono le versioni, rimaneggiate, riscritte o reinterpretate da penne illustri, delle storie messe per la prima volta nero su bianco nel 1697 da Charles Perrault. Fu all’epoca, infatti, che il celebre letterato francese decise di intraprendere un ambizioso progetto: trasformare alcune storie della tradizione orale in racconti letterari, con tanto di morale, da destinare ai salotti della Francia del Re Sole. L’intento dichiarato di Perrault era «contaminare» la cultura e la letteratura del tempo mediante il recupero delle credenze pagane e dei motivi superstiziosi e magici del folklore. La forza intrinseca di quella sfida è dimostrata dal fatto che le sue storie hanno attraversato tre secoli migrando di bocca in bocca, di penna in penna – prima fra tutte quella dei fratelli Grimm. L’ironia della sorte ha voluto non solo che l’intento modernizzatore di Perrault abbia dato vita a dei «classici» per antonomasia, ma anche che la popolarità di ciascuna delle sue storie abbia preso il sopravvento sull’autore, a tal punto da assumere una vita propria. La brillante traduzione di Maria Vidale restituisce nuova linfa alle fiabe di Perrault e le riconduce al loro spirito più autentico, senza sacrificare quelle morali, ricche di ironia, che chiudevano i racconti. Gemma preziosa di questa raccolta, una straordinaria Pelle d’asino in versi di cui si era quasi smarrita la memoria: a dispetto del testo originario, le numerose versioni in prosa circolate e poi divenute cliché, oltre a snaturarne la forma, ne hanno smussato gli aspetti considerati più scabrosi. Ad accompagnare il filo del racconto di Perrault il tratto fine e delicato dell’artista francese Élodie Nouhen, che con il suo bouquet di matite colorate ha raccolto la sfida, tutt’altro che agevole, di illustrarle tutte insieme, restituendo loro il pregio dell’integralità e instillando un’anima nuova nelle mirabolanti creature di Perrault, i tanti Cappuccetti rossi, Pollicini, Belle addormentate e Cenerentole che non smettono di incantarci.