Mentre si sfoglia con crescente stupore le grandi pagine illustrate, un pensiero affiora: come possiamo davvero sapere com’era il mondo prima dell’avvento dell’uomo? Eppure perfino i dinosauri che ormai diamo per scontati nel nostro immaginario, sono il risultato dell’incrocio sapiente di arte e scienza paleontologica.
Susi Sontag nel suo famoso saggio sulla fotografia dice che “Collezionare immagini è come collezionare il mondo”. Rileggevo questa frase proprio pochi giorni fa in un’intervista rilasciata da Giovanna Zoboli per la rivista Liber; e sempre in Susan Sontag si legge che le immagini e le fotografie “costituiscono la maggior fonte di conoscenza del passato e la ricerca del presente”. Allora viene proprio da chiedersi: come facciamo a conoscere il mondo prima di noi?
Alla luce di queste domande “Paesaggi ignoti del sistema solare” edito da Ippocampo, diventa un albo ancora più stupefacente.
“Di notte, il cielo ci rivela l’immensità dell’universo. Anche osservandolo a occhio nudo, come facevano i primi astronomi, possiamo vedere oggetti che distano milioni di anni luce da noi.”
Questo albo raffinatissimo di grandi dimensioni è appena arrivato in libreria e idealmente segue il suo gemello “Paesaggi perduti della terra” uscito nel 2020 sempre per Ippocampo.
Parlare di inclusione significa allargare lo sguardo verso nuovi orizzonti e non è affatto scontato, quando abbiamo in mente un tema, riuscire ad alzare gli occhi dal particolare per abbracciare il senso più ampio, vero e profondo dei nostri intenti. È un esercizio difficile stare nel grande quando il piccolo ci appare così confortevole e indagabile. Eppure è proprio guardando il cielo in una notte stellata che intuiamo con sollievo e contemporaneamente con sgomento di quando siamo minuscoli e di quanto per contro sia vasto l’ordine delle cose. Le guerre, il dolore, la disperazione si ricollocano e un sentimento di smarrimento ci fa allungare la mano a chi abbiamo accanto per sentire di essere parte di un tutto che ci vede vicini. Siamo particelle d’amore in galassie immense, le differenze tra noi sono minime e quasi impercettibili se il cielo ci insegna l’umiltà e allo stesso tempo ci restituisce la grandezza dell’universo. Studiare i pianeti del nostro sistema solare attraverso un libro così bello infonde in noi una visione estetica del mondo, dove per estetica intendo la capacità umana di sentire e percepire l’armonia di ciò che ci circonda.
Dai 7 anni, ma si può sfogliare dai 4 per rimanerne affascinati. Si può regalare a maestre e ad adulti perché le cose ben fatte sono per tutti e perché dallo sguardo degli altri c’è sempre qualcosa da imparare.
Di Aina Bestard scopri anche “Paesaggi perduti della terra” cliccando qui:
https://www.radicelabirinto.it/prodotto/paesaggi-perduti-della-terra/