Ellen Raskin ha descritto la sua formazione artistica come una formazione “rigida”: ha dipinto, disegnato, copiato, ma non ricorda di aver mai attinto alla sua immaginazione che pure, racconta, era molto vivida fin da quando era bambina.
In questo albo, che è decisamente un albo illustrato a tutti gli effetti, il rigore è palese. Il tratto a linea nera costruisce sulla doppia pagina una scenografia fissa, definendo lo spazio bianco come la quinta di un teatrino; il confine dato dal taglio della rilegatura scompare e il ritmo della narrazione potrebbe apparire monotono, eppure… Sebbene la scena si presenti al lettore apparentemente sempre identica, con il testo in basso a destra pronto a metterlo al corrente dei pensieri sconsolati di Chester, ogni cosa cambia e si muove.
Ma cosa succede nell’albo “Nel mio quartiere non succede mai niente”?
Chester, seduto sul marciapiede, non fa che elencare tutte le meraviglie degli altri quartieri dove, a sentir lui, accade di tutto. Alle sue spalle il mondo brulica. I colori dei personaggi che via via entrano in scena sono netti e coprenti: bambine rosse, bambini azzurri, un signore giallo, una signora rossa, un losco individuo azzurro. La scena resta immobile, ma le sagome si muovono dando un ritmo incalzante alla storia. I personaggi con i loro colori sono le note sul pentagramma nero e bianco dei palazzi e della strada.
Ma non solo… scopri di più leggendo una mia recensione qui https://www.radicelabirinto.it/nel-mio-quartiere-non-succede-mai-niente-albo-illustrato/