Facciamo entrare un po’ di quel vento fresco, pronto a sollevare la polvere dalle lettere della mia tastiera e negli occhi la felicità di lunghe giornate trascorse all’aria aperta, in riva al mare o ad un fiume, passeggiando lungo una spiaggia o dentro l’ombra di un bosco.
Per iniziare a parlare di questo albo divulgativo, dunque, con leggerezza e in perfetto stile pic-nic, vorrei parlarvi di un cortometraggio animato che amo moltissimo: trattasi di “Minuscule” una serie francese pensata per il piccolo schermo e ideata da Hélène Giraud e Thomas Szabo, prodotta dalla Futurikon e messa in onda per la prima volta il 18 ottobre 2006 dal canale France 2.
Forse chi segue Radice-Labirinto da poco tempo si potrà stupire che una libraia parli e commenti un prodotto televisivo. In verità è già capitato che analizzassi in questo blog film di animazione, e questo perché sono convinta che i genitori debbano relazionarsi con tutto l’immaginario visivo e fiabesco che ogni giorno penetra la realtà dei propri bambini. La conoscenza, o quanto meno la presa visione, del folto popolo di creature e personaggi che prendono parte alla costruzione della fantasia dei più piccoli, permette di sviluppare un senso critico sensibile, ma soprattutto trasmissibile, capace di selezionare ciò che è buono da ciò che non lo è…
E certamente Minuscule rientra nella prima categoria.
Minuscule, ovvero “La vita privata degli insetti”, raccoglie più di duecento episodi la cui durata varia dai due minuti ad un massimo di sei, e ciò rende questi cortometraggi animati godibilissimi anche dai più piccini. Protagonisti sono alcuni insetti che vivono nei comuni prati di campagna o città e a cui è stato assegnato un certo carattere, delineando quindi dei “tipi”come nella Commedia dell’Arte. La coccinella è intelligente, dispettosa, regina indiscussa del prato e imbattibile nel volo per velocità e destrezza; è anche paladina di giustizia andando in soccorso degli altri insetti qualora siano oggetto di malefatte. La mosca è dispettosa, maldestra, inafferrabile preda dei ragni, e bistrattata da tutti. I bruchi sono perennemente affamati, timidi e dolci, tutti tesi a trasformarsi in bellissime farfalle. E ancora simpatici ragni, vespe un po’ tonte, zanzare sfortunate, lumache sportive, formiche indaffarate e organizzate (quelle nere) e formiche arrabbiate e un po’ stupide (quelle rosse), libellule, cicale, cavallette, millepiedi.
I bambini rimangono letteralmente incantati davanti a Minuscule, e credo che l’assenza di parole richiami la loro attenzione alla stregua di un albo illustrato silenzioso. Se in un silent book bisogna stare vigili per non tralasciare nessun particolare dell’illustrazione perché tutti i dettagli raccontano una storia, in Minuscule non solo l’occhio, ma anche l’orecchio è invitato a tendersi in cerca del senso della narrazione. Minuscule non è televisione passiva, ma una ricognizione attenta di un luogo, come una distesa d’erba, che si credeva conosciuto e che invece diventa un paesaggio inesplorato, in cui è stato allestito uno spettacolo imprevisto e elettrizzante. Lo schermo televisivo diventa una lente d’ingrandimento con cui osservare la realtà e allo stesso tempo magico strumento ottico della propria immaginazione.
Così è capitato di imbatterci in libreria in questo libro, “La vita segreta delle conchiglie” di Helen Scales e Sonia Pulido edito da L’Ippocampo, e il mio pensiero è andato immediato a quando con mio figlio piccolo passeggiavo in un bosco dell’Alto Adige, in un gigantesco formicaio fatto di aghi di pino e terra. Giulio si è avvicinato con molta circospezione e rapito dalla grande costruzione ha iniziato a raccontarmi cosa stava succedendo all’interno. Mi ha detto di gallerie, di inseguimenti, di fili tirati per non perdersi. E io ho pensato che gran parte di quel piccolo tesoro di parole che stava riempiendo di meraviglia il mio sguardo, era stato seminato giorno dopo giorno da un prodotto televisivo. Non importa molto se Minuscule non è affatto un documentario sul mondo degli insetti, fedele e coerente con quanto davvero avviene in natura (almeno in parte), perché le storie ben fatte portano sempre con sé un sapere, una ragnatela delicata e invisibile, in cui si possono impigliare pensieri, domande, riflessioni, paragoni e metafore, oltre che risate e divertimento.
Nessuna curiosità avrebbe potuto muovere la sua mano a scavare sotto gli aghi di pino per vedere come un formicaio è fatto dentro; l’immaginazione e quello che aveva visto in Minuscule credo gli bastasse, anzi, lo spingeva ad essere rispettoso e delicato.
Con questo piccolo ricordo e riflessione consiglio “La vita segreta delle conchiglie”, perché la curiosità di questo mondo – potremmo dire – “minuscolo” possa condurvi con lo sguardo oltre l’onda, oltre il granello di sabbia e oltre un minuscolo mollusco che si nasconde dentro un minuscolo guscio.
Buona curiosità!