Quando abbiamo preso in mano per la prima volta il libro “La strega e lo spaventapasseri” e abbiamo visto quella raffinatissima sfumatura turchese abbiamo subito capito che questo straordinario albo illustrato era di Gabriel Pacheco. Come non riconoscerlo? Una nuvola attaccata con il nastro adesivo, i volti dolci e tristi dei protagonisti, le atmosfere surreali e sospese.
“La strega e lo spaventapasseri” non è il solito libro sulle streghe e neppure un libro creato apposta per far paura, ma contiene una storia dolce e commovente che parla della capacità trasformativa dei desideri.
E che cos’è la morte se non un prodigioso atto di cambiamento?
Siamo abituati a pensare alla notte di Halloween in termini grotteschi: streghe, fantasmi, zombie e mostri o, per contro, ci ritroviamo immersi in una dolciastra atmosfera da zucchero filato e caramelle.
Possiamo dire che questo è forse l’aspetto più commerciale di una festa antica che affonda le sue radici nella cultura celtica e forse ancor prima in quella dell’antica Roma, con le celebrazioni di metà autunno dedicate alla Dea Pomona, custode dei semi e dei frutti.
La festa sanciva l’inizio del nuovo anno, la fine dell’estate e il seme che riposa nella terra, ma di cui ancora non si vede il germoglio. Novembre è il mese più cupo dell’anno, la luce non risplende ancora in fondo alla grotta (Dicembre) e non si sa se il seme dentro la zolla ce la farà a superare il gelo della stagione.
Astrologicamente novembre è il mese governato dallo scorpione, uno dei segni più profondi e più complessi dello zodiaco. La sua qualità di acqua è associata alla palude, a un terreno difficile da coltivare e da superare a piedi. Nonostante tutte queste difficoltà il secondo mese d’autunno ha tutte le caratteristiche dell’araba fenice che, con grande forza, risorge dalle sue ceneri a nuova vita.
Ed è proprio questo il messaggio profondo di questa festività che ci parla di trasformazione e di rinascita. Halloween ci dice che se accetteremo il mistero della vita e sapremo accogliere dentro di noi anche il freddo e la morte scopriremo quanto l’andare a fondo nelle cose, abbandonarsi al vento del cambiamento, ci porti ad una meravigliosa resurrezione. Non è la resurrezione pasquale, festa speculare ad Halloween che cade dopo la prima luna piena di primavera e che parla di una trasformazione divina puntando l’accento sulla vita (non a caso è legata alla simbologia dell’uovo). Halloween è una festa pagana, trasformata poi in Ognissanti dalla religione cristiana, che pone l’accento sulla morte e che, senza spartire il dolore denso e mistico della Via Crucis, rende omaggio al cambiamento come momento di catarsi personale e collettiva.
Una festa di speranza dunque che da un lato esorcizza la morte, ma dall’altro lato, ed è questo il suo aspetto più importante e dimenticato, celebra la trasformazione e la rinascita.
L’albo illustrato di Gabriel Pacheco è fatto solo di immagini, non ha parole, entrando di diritto nella categoria dei “silent books”.