Ginny ha un piccolo regno.
Ginny è una ragazza di sedici anni e il suo impero si estende dalle dune davanti alla sua casa sulla costa del Galles alla spiaggia che abbraccia l’estuario sabbioso del fiume.
La pelle di Ginny è scura, ereditata da una madre haitiana, morta in circostanze misteriose, che le ha trasmesso il Gin, o demone, dell’arte. Ginny disegna meravigliosamente e il padre, con il quale vive fin dall’infanzia, la incoraggia con ammirazione. Tra loro c’è un affetto tenero e profondo; la pelle bianca di lui pare scomparire nei ricordi di abbracci ancora possibili o nella luce del tramonto in cui le chiacchiere si mescolano alla musica classica che arriva dal registratore oltre la finestra aperta.
Cosa farà Ginny del suo talento e della sua vita e a quale Demone dell’antica religione di Haity darà più spazio nel suo cuore fragile eppure temerario, il lettore lo scoprirà pagina dopo pagina di questo romanzo che lascia nei ricordi la luce delle spiagge del nord, sfumata e rarefatta dal vapore delle onde.
Il racconto di Pulmann è un susseguirsi di colori, e nasconde una riflessione sull’opera d’arte, capace di suggerire o ingabbiare la vita, e una visione sul mondo interiore di chi , per la prima volta, si trova a varcare il confine di un piccolo regno nel quale si sente al sicuro, per scoprire aldilà di quella frontiera, esistenze intrecciate le une alle altre.
Per scoprirne di più su questo libro, leggi la mia recensione per intero qui https://www.radicelabirinto.it/il-ponte-spezzato-di-philip-pullman/