La caratteristica degli albi illustrati più riusciti della casa editrice Minibombo è certamente il quid narrativo. Potremmo definire il quid di Silvia Borando e di Elisabetta Pica (qui coautrice) come un piccolo fuoco d’artificio che rapido si apre nel cielo lasciandoci il sorriso sulle labbra. La vena narrativa di questa autrice (che è anche fondatrice della casa editrice Minibombo) è fresca, dinamica e piuttosto frizzante. I suoi libri più che contenere delle vere e proprie storie, si strutturano, potremmo dire, come sketch letterari.

Ragionando in termini di sketch letterari (definizione che è giusto specificare ho coniato io or ora e che potrebbe non essere condivisibile), gli albi di Minibombo sono sempre piuttosto brevi e di segno pulito e lineare. Anche il formato è perfettamente allineato: un libro di media dimensione, dalla copertina cartonata, facile da infilare in borsa ed essere portato in giro all’occorrenza.

Il protagonista – un bambino di circa tre anni – è disegnato in modo che le sue espressioni facciali risultino subito emotivamente decifrabili. Lui desidera, vuole e pretende un gelato, ma il padre glielo nega ripetutamente. Il finale? Spiazzante e imprevisto. Ma attenzione:  non parlo della penultima pagina (che potrebbe trarci in inganno e farci credere che stiamo acquistando l’ennesimo albo per insegnare ad un bambino ad essere educato), ma dell’ultima silenziosissima (ma eloquentissima) illustrazione che ovviamente non vi svelerò nemmeno sotto tortura.

Per leggere una recensione più completa https://www.radicelabirinto.it/gelato-albo-illustrato/