“E mentre ormai le cime crescevano sui volti dei due vecchi, loro continuarono a dirsi parole l’un l’altro, finché fu possibile. – Addio mio sposo – dissero insieme e, insieme, nello stesso momento, dei cespugli vennero ad intrecciarsi sulle loro labbra.”
Un racconto magnificamente illustrato da Daniela Tieni e tradotto con grazia e limpidezza da Cristiana Pezzetta, che ci riporta la voce di Ovidio e delle sue Metamorfosi. Due sposi anziani che ospitano Giove e Mercurio sotto mentite spoglie, accogliendoli con il poco che hanno e che diventa più prezioso dell’oro nei gesti amorevoli di Filemone e Bauci. Come ricompensa gli Dei trasformeranno la loro umile dimora in un tempio e i due coniugi, nel momento del loro trapasso, in una quercia e in un tiglio i cui tronchi sono ancora intrecciati.
In questo racconto scritto, tradotto e illustrato con una bellezza che muove alla commozione, l’albero assume tutta la potenza del simbolo, diventa l’emblema di una vita lunga e felice, radicata e leggera. L’albero è un strettamente legato al mito, anzi potremmo dire che è mito lui stesso se pensiamo, ad esempio, a Yggdrasill, l’albero cosmico della mitologia norrena. Il tiglio e la quercia nel racconto di Ovidio hanno una dimensione più terrena, più umile, eppure proprio perché legati alla parola del mito sono capaci di spalancare nell’immaginazione del bambino, orizzonti affascinanti da esplorare che potranno condurvi da una cultura ad un’altra alla ricerca degli alberi che hanno intrecciato i loro rami al sentire e alla spiritualità dell’essere umano.
Ad alta voce dai 5 anni. In lettura solitaria dai 7. Consigliato a tutti gli adulti che vogliono immergersi o regalare bellezza e per fare, ad una persona amata, un dono senza tempo.