Tutti i più grandi scrittori, per bambini e non, hanno studiato a lungo la fiaba perché nel mondo metaforico del racconto orale essi riconoscevano le radici del loro scrivere e del loro narrare. Le fiabe contengono mille universi; è un po’ come guardare nel calice del fiore che la natura ci ha donato. I più grandi filosofi dicevano “Come nel piccolo così nel grande”. Ogni cosa ne contiene un’altra: nel nocciolo del frutto c’è il disegno del fiore, nel fiore il disegno dell’albero e nell’albero quello delle radici.
Leggere una fiaba è come avere tra le mani una Matrioska: più impari a leggervi attraverso più impari a interpretare la vita. E tutto questo avviene in modo così spontaneo e in in modo così leggero e potente al tempo stesso, che a te sembrerà solo un battito d’ali.
Come libraia amo molto i libri illustrati perché lasciano spazio all’immaginazione, ti fanno sospirare l’arrivo della tavola illustrata, ti concedono il tempo dell’attesa e ti fanno assaporare la bellezza del vuoto intorno alla parole. Il libro di Beatrice Alemagna, le cui illustrazioni sono delle vere e proprie tele dipinte, si colloca a metà via tra un albo illustrato e un libro illustrato.
La fiaba è una miniera di tesori, un luogo fertile in cui seminare le esigenze della propria fantasia.
Le fiabe anche nei loro aspetti più grotteschi e oscuri, ci educano ad affinare l’istinto, il senso critico e l’intelligenza. Le fiabe, dall’alba dei tempi, costruiscono in noi un cuore intelligente.
Probabilmente conoscete già la storia di Biancaneve, ma questo libro saprà sollecitare l’immaginazione, aprendo dietro ai nostri occhi nuovi scenari.
In questo libro non troveremo la versione che i fratelli Grimm trascrissero nella loro raccolta a carattere etnografico e antropologico nel 1857. No, in questo libro troveremo un racconto in prima persona vissuto da una matrigna-regina gelosa.
Beatrice Alemagna afferma che inizialmente il progetto di questo libro
“[…] non doveva essere visto. Questo progetto era segreto (ne ho diversi, all’anno), nel senso che intendevo solo rispondere a un bisogno viscerale di trovare un altro spazio creativo al di fuori della mia produzione di libri per bambini. Avevo un desiderio impellente di dipingere, di non lasciarmi più trasportare da una narrazione precisa, di sfuggire alla mia routine di disegnatrice per scavare nel profondo di me stessa. Per tre anni ho dipinto istintivamente, come un bambino che si tuffava nel suo Io più oscuro. Non ho fatto schizzi preparatori, ho semplicemente preso appunti nella mia testa, costruendo gradualmente il mio universo estetico. Rivendico assolutamente questa ingenuità. Questo desiderio di aggrapparmi all’infanzia che mi ha messo sulle tracce delle fiabe, totalmente imbevute di tragico e di meraviglioso.“
Le tavole originali di questo libro sono state esposte ad una mostra tenutasi dal 23 novembre al 24 dicembre nella galleria Arts Factory, 27 Rue de Charonne, a Parigi.
Noi di Radice-Labirinto vi invitiamo oltremodo a leggere delle fiabe le versioni d’autore perché, per quanto grottesche e paurose, sta proprio nella trama il più possibile vicina alla tradizione orale la forza di racconti che affondano le loro radici nell’alba dei tempi. Il libro di Beatrice Alemagna è una piacevole e stupefacente eccezione.
“Addio Biancaneve”, inoltre, è fonte di analisi letteraria e comparativa in una delle lezioni online “Raccontami una fiaba. Come accendere un focolare a casa e a scuola”. Maggiori informazioni a questo link (il video di presentazione del corso è in anteprima gratuita):
https://corsi.radicelabirinto.it/courses/raccontami-una-fiaba