PLANETARIUM di Raman Prinja e Chris Wormell, Rizzoli 2018.
Devo ammetterlo: per quanto abbia una spiccata memoria visiva e riesca a godere degli immaginari altrui, le parole, nei libri, mi commuovono più delle illustrazioni. Mi vedrete con gli occhi lucidi mentre vi leggo ad alta voce un passo da “Il libro delle meraviglie” di Nathaniel Hawthorne o da “Storie di bambini molto antichi” di Laura Orvieto, ma non riuscireste a sorprendere in me lo stesso trasporto mentre vi mostro un albo illustrato.
Eppure potrei citarvi almeno dieci eccezioni e Planetarium è una di queste.
È più o meno dal 2013, da quando uscì la prima edizione di “Mappe” di Aleksandra Mizielinska e Daniel Mizielinski, che il mondo editoriale per bambini e ragazzi ci vizia regalanodci libri di divulgazione splendidi: penso ad Anatomia di Helene e Jean-Claude Druvert o a Universi di Guillaume Duprat (recensito nella scorsa newsletter), entrambi della casa editrice Ippocampo; o a Botanicum e Animalium della coppia Katie Scott e Kathy Willis di ElectaKids; o ancora a tutti i libri della collana PINO (la cui sigla sta per “piccoli naturalisti osservatori) di Topipittori.
Planetarium di Raman Prinja e Chris Wormell si colloca senza dubbio tra i lbri di divulgazione meglio riusciti degli ultimi tempi.
La sua grafica e la sua impaginazione eleganti (riuscita anche la scelta del titolo che invita l’osservatore a concentrarsi su una “fetta di cielo”), i testi lampanti pur nella loro complessità e le tavole magnificamente illustrate di grande formato, riescono a tradurre senza tradirlo il misterioso, gigantesco silenzio dell’universo.
Diviso in sette capitoli (da “Osservare il cielo” fino a “L’universo”) questo libro è un cammino tra giganti di incedibile maestosità e potenza. I bambini e i ragazzi, con i loro pochi anni in tasca e il loro entusiasmo, non potranno che desiderare un’astronave in grado di portarli oltre la Via Lattea; per gli adulti invece, questo libro – che potrebbe diventare un prezioso regalo – sarà forse una presa di coscienza crudele e allo stesso tempo rassicurante di quanto le nostre vicende umane siano piccole e sperdute in uno spazio infinitamente vasto.
Davanti alle tavole di Chris Wormell che unisce l’antica arte dell’incisione su legno e del linocut ad un’intelligente uso dell’illustrazione digitale, ci sentiamo smarriti. E se i chiari testi di Raman Prinja, professore di astrofisica alla University College di Londra, arrivano per consolarci un poco suggerendo alla nostra razionalità appigli possibili e nuovi misteri con cui distrarsi, la sensazione di essere sperduti in un grande universo rimane impressa nella retina. Tuttavia, questa sensazione è quanto mai importante nello scorrere dei nostri giorni e ringrazio Chris Wormell per averla portata a noi con tanta grazia e splendore.
Un libro di divulgazione può essere un pretesto per addentrarsi nuovamente, o per la prima volta, in studi filosofici? Può diventare un brevario su cui snocciolare pensieri altissimi come preghiere?
Credo di sì.
Planetarium è uno di quei libri che ci permette di elevare le nostre piccole anime, di farle tremare davanti alle vastità dell’universo (non meno di un romanzo o di una poesia) per riportarci poi con i piedi per terra con sguardi e consapevolezze nuove. I nostri problemi quotidiani, le nostre guerre, i nostri soldi… sono particelle minuscole che ruotano intorno ad un sole altrettanto minuscolo in un universo pieno di stelle. Bisognerebbe tenere una doppia pagina di questo libro aperta su un leggio di ogni scuola e ogni casa: i bambini vi riporrebero la speranza di un futuro pieno di possiblità, d’incontri, di viaggi interstellari; vi riporrebbero la loro fantasia senza confini che è poi lo stesso motore che muove tutta la scienza. Noi adulti invece, davanti a quella doppia pagina, potremmo fare esercizio di umiltà e avere allo stesso tempo la straordinaria possibilità di percepirci qui, in questa piccolissima parte di universo a respirare ossigeno e ad attendere ai compiti che ci siamo assegnati, svolgendoli con rispetto e amore per riuscire ad alimentare la speranza di quei bambini che davanti alle illustrazioni di Chris Wormell stanno già sognado altri mondi.
Dopo la lettura di un buon libro, ammirati dalla potenza delle immagini e suggestionati da esse, alcune grandi domande potranno ricominciare a popolare i nostri pensieri; ed è grazie a queste domande che non ci sentiremmo annichiliti (perché semmai è l’assenza di pensiero e immaginazione a lasciarci senza speranza), ma pieni di coraggio. Ci rimetteremmo in moto, come la terra e tutti i pianeti intorno al sole, cercando strade e risposte, riconsegnando a noi, ai bambini e ai ragazzi, un orizzonte utopico più vasto che nonostante sia destinato a restare irraggiungibile sarà pur sempre una spinta al nostro cammino.