E’ stato un anno ricco di silenzi.
C’è un momento nello trascorrere degli anni dove i pensieri hanno bisogno di quiete e di prendere una nuova strada.
Da quando Radice Labirinto ha aperto le sue porte quattro anni fa, la libreria si è sempre battuta per le storie, difendendole dagli attacchi della pedagogia, dall’editoria costruita ad hoc, dalle abitudini di lettura consolidate ma ormai poco costruttive, dagli scaffali di libri senza autore nè illustratore che affollano il “reparto libreria” nei supermercati.
In questi quattro anni, grazie al mondo delle piattaforme virtuali, la letteratura per l’infanzia ha avuto modo di diffondere la voce di chi, a vario titolo, si occupa di libri e bambini: molti articoli sono stati scritti, molte cose sono state dette e molte battaglie continuano ad essere intraprese per riportare l’attenzione sull’importanza di leggere, sulle storie e sulle buone letture.
Eppure a discapito di tanto dire, continuo ad avvertire la sensazione che poco stia cambiando anche laddove si sottolinei la qualità e la ricerca. Questa percezione è stata accompagnata da un senso di inadeguatezza.
Così mi sono tenuta ai margini, frequentando a fatica la Fiera del libro di Bologna, guardando con crescente sospetto le nuove tendenze dell’albo illustrato (avremo modo di parlarne), confrontandomi con stimati colleghi librai solo laddove ci fosse lo spazio per un dialogo profondo e dilatato.
Il margine è un luogo strano: né di qua né di là, né fuori né dentro, un orlo che imbastisce o rifinisce confini mobili e imprecisi. Ci può essere molta solitudine al margine, ma anche molta libertà.
Per sua stessa natura, il margine ti pone continuamente davanti al confine in cui si è scelto di sostare, ti impone di restare vigile rispetto a tutto ciò che succede dentro e a ciò che succede fuori senza sentirsi mai parte dell’una o dell’altra terra.
Difficile è anche non considerare il margine una trincea, un luogo da difendere o da cui attaccare, ma in cui sostare con spirito critico e leggerezza, raggiungendo il benessere di una libertà costantemente messa in discussione da chi da dentro o da fuori ti osserva.
Il margine non è un luogo neutrale
Al margine si prende posizione, la posizione del margine appunto, il che potrebbe essere un paradosso, ma di fatto
al margine si sperimenta l’arte del funambolo, il cui atteggiamento di presunta neutralità rispetto a chi vive oltre i confini è invece un continuo dibattito personale.
Per tutto questo restare al margine per me è faticoso e mai scontato, ma è qui che io deciso di rimanere come persona che si occupa di libri.
I prossimi articoli daranno voce ai miei prolungati silenzi, ogni scritto vi porterà un punto di vista di confine su alcuni aspetti della letteratura per l’infanzia.
Spero che questo mio scrivere possa essere l’occasione per instaurare con voi un dialogo sereno, un dialogo che potrà vivere nei commenti in calce agli articoli, commenti ai quali non mancherò di rispondere.
2 pensieri su “Silenzi”
Cara Alessia, questa tua introduzione al nuovo percorso che vuoi intraprendere ai margini è già piena di spunti per me alla riflessione critica di questo mondo dei libri per bambini che abito ormai da cinque anni circa. Un mondo che sto abitando in primo luogo con mio figlio ma anche come studioso sempre in cerca di nuove domande. Accolgo con tanto piacere questo luogo critico per non fermare il mio sguardo a letture spesso superficiali e per imparare a leggere ciò che sta ai margini. Già il dialogo instaurato con te durante “Disegnare una mappa” è stato molto importante per me. La tua coerenza di lettrice, prima ancora che di libraia, è qualcosa che rispetto e da cui non posso che trarre insegnamento. Sarò felice nel mio piccolo di dialogare anche qui, tra un margine e l’altro. Grazie!
Caro Piero,
questo tuo commento mi ha emozionato. Il fatto che tu veda in me una libraia e una lettrice coerente, mi fa credere di poter mantenere il mio equilibrio con maggiore disinvoltura. Sono in effetti le parole di voi lettori a tendere il filo dei miei pensieri davanti a me; senza il confronto con voi, sarei povera di riflessioni e di spunti. Mi è molto piaciuto confrontarmi con te durante la quarta edizione di “Disegnare una mappa”: hai acceso in me qualche fuoco a cui vedrò di dare voce prossimamente. Quindi aspetto con gioia i tuoi futuri commenti; li aspetto per crescere ancora.