Che cosa sia esattamente l’amore nessuno lo sa e quando leggo ad un giovane lettore le prime pagine de “L’innamorato” di Rebecca Dautremer, dove si dice che Ernest è innamorato di Salomè, tutti i bambini arrossiscono.
L’amore dei bambini è un segreto delicato, profumato e molto fragile.
All’asilo amavo Pierguido, dalla prima alla terza elementare ho amato Simone, poi quando ho cambiato scuola, dalla quarta alla quinta ho amato Pietro. Questo ovviamente non mi ha impedito di amare anche Massimiliano, ragazzino più grande che ogni tanto veniva a giocare nel prato del nostro condominio, o Lorenzo conosciuto durante le vacanze estive in campeggio. Dalle scuole medie le cose cambiano, ma dai tre ai 10 anni l’amore è una cosa meravigliosamente astratta, fatta di piccolissime cose e così impalpabile da essere vera come forse mai più nella vita.
L’amore dei bambini è astratto nell’idea, soave, fluttuante ma non per questo lontano dal corpo. Io ricordo benissimo il profumo della maglietta di Massimiliano, impregnata del sudore buono di un bambino che correva in bicicletta, che si arrampicava sul marusticano, che giocava a pallone; ricordo che mi sono stretta a Lorenzo mentre, caricata sul portapacchi della bici, mi faceva vedere i giardini segreti delle roulotte abbandonate; ricordo di quando Pietro mi ha prestato le sue ginocchiere per la partita di pallavolo, ero così emozionata di indossarle che non ho più preso nemmeno una palla e ancora oggi mi corre un brivido lungo la schiena se ripenso a quei due cuscinetti di cuoio marroni e rotondi.
Ma tutto questo era così ben mescolato al pudore, al rispetto e ad un batticuore che bastava a se stesso, da far apparire quei primi amori simili a una giornata di neve con il sole, abbaglianti e assoluti. Per nulla al mondo dovevano essere amori corrisposti e se in qualche misura lo erano la distanza tra i due innamorati doveva essere preservata e mantenuta a tutti i costi, pena la morte dell’amore. L’amore tra bambini vive esattamente in quello spazio vuoto, solo lì ha modo di esprimersi, non c’è bisogno di altro, anzi si: c’è bisogno di attirare l’attenzione dell’altro con l’audacia di uno scherzo, con un dispetto ben assestato e ogni tanto con un gesto di tenerezza infinita, un gesto minuscolo, come prestare le ginocchiere o farti fare un giro in bicicletta o liberarti per prima a strega impalata. Ecco, questo è per me l’amore tra bambini e Rebecca Dautremer ce lo restituisce attraverso un testo così leggero e poetico da scivolare dalle labbra in un soffio, e con delle illustrazioni così palpitanti che riempiono le pagine in tutti gli angoli, quasi volessero traboccare dal libro per toccarci le mani.
Nell’albo di Rebecca il punto di vista sull’amore è frammentato nello sguardo di dodici bambini, alcuni più grandi e altri più piccoli, che restituiscono a Salomè uno specchio poliedrico nel quale cercare una risposta: che cos’è un innamorato? Ognuno dei bambini protagonisti ha sentito cose diverse sull’amore o è a parte di grandi segreti che rivela a Salomè solo sottovoce. Ma ciò che ogni bambino ha colto è qualcosa che finisce per annodarsi all’infanzia di ciascuno, a quei desideri leggeri e soavi che palpitano nella distanza incommensurabile e invalicabile tra due innamorati.
La distanza si allunga o si accorcia a seconda dell’età dei bambini che noi possiamo intuire solo dalle loro parole; così Thomas (quello piccolo) dice che l’amore ti porta in cielo, mentre Emilie sa che l’amore serve per fare i bambini e Thomas (quello grande, che la sa lunga) dice che l’amore è una cosa che si prova per la maestra; ma Etienne sostiene che gli innamorati stanno solo dentro le fiabe e Justine che si è innamorati quando si è tristi, timidi o si diventa rossi.
Il fatto è che poi arriva Ernest, l’innamorato, e dà l’ennesimo spintone a Salomè, le rovescia lo zaino e le calpesta il cappotto… e quindi? Quindi è fatta! Il mistero, quello splendido segreto che è l’amore tra bambini, fatto di idee impalpabili, di profumi e fantasie squisite, è intatto. A questo punto i giovani lettori, a libro chiuso, lasciano andare un sospiro di sollievo, sorridono e tornano a giocare tranquilli perché nessuno deve spiegare l’amore ad un bambino.
Questo Rebecca Deutremer lo sa bene, ed ecco quindi che il suo albo è delizioso, enigmatico, e le sue illustrazioni sempre ricche e vertiginose nel loro continuo cambio di prospettiva, difficili da ricordare e a volte da decifrare… perché l’amore, cari genitori, è un bellissimo mistero.
Come nostro personale regalo a tutti gli innamorati (di libri e non) alleghiamo alla recensione la lettura ad alta voce dell’albo di Rebecca Deutremer. E’ un piccolo video al quale siamo molto legati perché grazie a questa lettura, la libraia Alessia ha passato il bando per “Giovani narratori” organizzato dal comune di Reggio Emilia e ha potuto partecipare all’Alveare delle storie e conoscere Monica Morina, Antonella Talamonti, Bernardino Bonzani e altri straordinari cantadori.
Ringraziamo di cuore Nicoletta Giberti per le riprese, la registrazione audio, il sostegno e l’amicizia.
Un pensiero su “L’innamorato – Albo illustrato”
Intrigante davvero, Alessia! Grazie!