Cara Daniela benvenuta nel nostro giardino. Siamo qui davanti al lago ghiacciato e appesi alla staccionata ci sono due paia di pattini. Che dici andiamo?
Certo! Andiamo, pattiniamo insieme al vento.
Il cielo è bianco come il lago, e pare di scivolare attraverso l’aria senza un sopra e senza un sotto; siamo immerse nel paesaggio e la velocità rende i contorni ancora più indefiniti. Nelle tue illustrazioni, Daniela, spesso la prospettiva si fa fluttuante dando vita a tavole oniriche, di una lievità sorprendente. C’è dentro te un immaginario preciso al quale fai riferimento quando illustri? Le atmosfere che riesci a creare sembrano scaturire da una visione profonda.
No, non c’è un immaginario preciso dove pescare di volta in volta idee, spazi o figure.
Credo piuttosto che dentro me siano stratificate tante letture, immagini, cose viste e amate, e che queste siano lì, alcune senza che io me ne ricordi. Poi quando sono davanti al foglio mi trovo a manipolare un sistema di segni che ha le sue radici proprio in queste falde.
Qui ferme al centro del lago per riprendere fiato, osserviamo i sentieri sottili tracciati nel ghiaccio dalla lama dei pattini. Il nostro passaggio nel mondo nei mesi invernali si fa più evidente; questo nostro lasciare traccia è rassicurante eppure nasconde un’immensa fragilità. La poesia come l’illustrazione lascia dietro di sé segni impalpabili, quieti, sonori, sono opportunità preziose per osservare la nostra vita, il nostro cammino. Il segno delle tue illustrazioni, cara Daniela, è un segno delicato, quasi trasparente, ci guida verso il tuo
immaginario con la morbidezza di un guanto di seta. Quanto è prezioso il lavoro dell’artista per l’artista stesso? Dare voce ai propri
pensieri cambia di volta in volta il tuo sguardo sulle cose e sul mondo?
Che belle parole le tue. Grazie, Alessia. Non mi considero un’artista, non ne sono all’altezza, ma posso dirti che il lavoro creativo per una persona che fa questo mestiere, o che ha una certa passione, è tutto e prende tutto. Anche quando paradossalmente non si è al tavolo da disegno. E sì, più si lavora, più si hanno domande e più si ha voglia di continuare la propria ricerca.
Pattinare mano nella mano è divertente, ma anche molto difficile: bisogna trovare il giusto equilibrio, lo stesso passo, lo stesso respiro… ma che meraviglia quando si raggiunge una perfetta sincronia! Mi piace pensare alle illustrazioni come ad un passo doppio tra l’artista e il lettore, riuscire a condividere per qualche minuto lo stesso sguardo sulle cose, come poter osservare il paesaggio dallo stesso binocolo, dalla stessa angolazione. Allora in quei minuti in cui un bambino si perde nello sguardo dell’altro, ha davvero la possibilità di aggiungere un nuovo alfabeto dentro sé con cui interpretare la realtà. Mettersi nei panni dell’altro non è mai stato tanto fondamentale come in questa contemporaneità. C’è un’ideale profondo Daniela che anima le tue illustrazioni, un messaggio segreto nascosto che si può decifrare solo quando si “vede insieme”? Come consideri il bambino che legge le figure?
Mi piace pensare che chi si trova davanti ad una mia illustrazione sia catturato da qualcosa, e che questo qualcosa possa risuonare in lui/lei, se non subito, anche nel tempo. Allora sì, in questo caso si fa un pezzo di strada insieme. Un bambino poi è un lettore fantastico: non si lascia sfuggire nulla sia davanti ad una immagine bella che ad una meno riuscita. Rispondono ad una propria logica, e questo crea ulteriori connessioni e relazioni tra quello che si guarda, quello che si comprende e quello che si prova.
Il vento ci fa arrossare il naso e le guance, gli occhi si assottigliano e qualche lacrima traccia una piccola stradina fino alle labbra. Il sapore delle lacrime in momenti come questo ci ricorda che siamo fatti di acqua e di sale, che siamo vivi e vibranti in ogni parte di noi. Godersi le lacrime in un momento diverso dalla tristezza mi è sempre piaciuto, si crea uno spaesamento, una consapevolezza inaspettata. Mi capita di provare le stesse sensazioni con le tue illustrazioni: penso al coniglio volante che appare nella cartolina che hai disegnato per il nostro calendario dell’avvento. Cosa ci fa lì? E chi è?
È uno scoiattolino un po’ buffo, che ha fatto tanta strada. Ne ha altrettanta da fare, e ha pensato di riposarsi un po’ e di lasciarsi trasportare approfittando dei passi, dei salti e degli svolazzi di queste ragazze che lo porteranno dall’altra parte del lago. Qualche km di cammino guadagnato!
Cara Daniela, mentre ci sfiliamo i pattini e il cuore ci rimbalza ancora nel petto, in questo momento in cui il sangue circola veloce e trasporta l’emozione della felicità, ti chiedo se esiste un giardino per te speciale che ha influenzato il tuo sguardo o la tua vita; o se c’è un luogo di un giardino che ami particolarmente.
C’è un grande parco vicino alla casa dove sono nata. È davvero sconfinato, così come sono spesso le distanze qui a Roma. Eppure mi appare sempre così familiare e mio, ogni volta che ci torno. Un posto a cui voglio bene.
Il lago porta ancora le nostre tracce. Comincia a nevicare; la natura si riprenderà i suoi spazi, ricomporrà il bianco su cui disegnare nuovi pensieri, nuove strade. Cara Daniela, grazie per essere stata con noi.
Grazie a voi per avermi ospitato in un luogo così accogliente!
Breve biografia
Daniela Tieni nasce a Roma nel 1982. Si laurea in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Roma e successivamente consegue un Master in Artiterapie. Attualmente lavora come illustratrice freelance per magazine e case editrici italiane e straniere. Collabora spesso con altri artisti per progetti, mostre collettive e autoproduzioni. Ha pubblicato con Kite Edizioni, Editori Internazionali Riuniti, el Verano del Cohete, Eli e la casa editrice francese Rouergue.
danielatieni.blogspot.it
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dani.tieni@gmail.com