Questa recensione è stata pubblicata nella newsletter di gennaio 2018
A novembre del 2017 è uscito l’atteso “Libro della polvere” (la mia recensione qui) ed è stato subito un successo editoriale. In pochi però, in Italia, conoscono Philip Pullman per libri diversi da quelli della trilogia di “Queste oscure materie” (La Bussola d’oro, La lama sottile, Il cannocchiale d’ambra).
Se siete tra i miei lettori che ancora non hanno avuto occasione di approfondire la conoscenza di questo straordinario scrittore, vi propongo di leggere la trilogia di Sally Lockhart che inizia con “Il rubino di fumo” (Salani 2003).
Siamo nella Londra di fine 800 e Sally è una ragazza di sedici anni da poco rimasta orfana: la madre è morta quando lei era piccola e il padre è appena naufragato nei lontani mari della Cina. A pochi giorni dalla triste notizia Sally riceve una lettera che pare gettare uno nuova luce sulla morte del suo amato genitore. Sally è stata educata in modo non convenzionale e ha dalla sua una grande determinazione, la giusta dose di curiosità e una piccola pistola nella borsetta.
Non vi posso dire altro della trama aldilà di questi piccoli indizi perché poi la storia, come tutte quelle di questo scrittore, inizia a vorticare e a trascinarvi con sé. Inoltre mai dire troppo di un libro giallo che è al tempo stesso un poliziesco, un noire e una stupenda storia d’amore…anche se per la parte del cuore e per poter piangere un po’ dovrete aspettare di aprire le pagine dell’Ombra del Nord” (Salani 2004); ma a quel punto non potrete più fermarvi e dovrete leggere anche “La tigre nel pozzo” (Salani 2005) e “La principessa di latta” (Salani 2006), ovvero i libri che costituiscono il seguito del Rubino di fumo.
Pagina dopo pagina e libro dopo libro, vedrete Sally crescere, diventare una donna piena di risorse e dedita ad un mestiere davvero affascinante (che non vi dirò); leggerete di una ragazza con un’incredibile forza di volontà, dalla brillante mente logica e orgogliosa quanto basta per indurvi a seguirla per vicoli bui, sale fumose e case polverose.
E quando avrete concluso la trilogia…credo che di “storie della buonanotte per bambine ribelli” potrete tranquillamente farne a meno.