Ammettiamo che il titolo non è intrigante come quello del primo capitolo, che cattura subito la nostra attenzione con la parola “evoluzione” associata non a un’epoca o a una qualche specie vivente, ma al nome – per altro insolito – di una bambina.
“Il mondo curioso” invece evoca in noi lettori naviganti di un oceano di supermercati e televisione, uno slogan pubblicitario o la sigla di un cartone animato anni 80 (del resto il titolo in lingua originale è The Curius world of Calpurnia Tate); ció nonostante il secondo libro di Jaqueline Kelly non delude le aspettative.
La penna della scrittrice pare non essersi mai fermata alla prima neve di Calpurnia nel primo giorno dell’anno 1900 in una cittadina nella provincia del Texas: scorrendo allegra e tagliente come nel primo libro, ci riporta le ore e i pensieri di una bambina intelligente, caparbia e, a suo modo, rivoluzionaria.
Certo, come per tutti i secondi capitoli al lettore parrà di perdere un po’ di freschezza, ma il racconto non manca di vivacità sebbene l’intraprendenza della nostra cara protagonista ci sia già nota.
Al personaggio femminile si affianca quello di Travis, il fratello preferito tra i tre più piccoli di Calpurnia, amante degli animali, dal sorriso irresistibile e negato per le bugie.
Sullo sfondo di una quotidianità in delicato equilibrio tra le forze della natura e le regole sociali, c’è il primo anno del nuovo secolo e la voce lontana di un Charles Darwin che nel suo viaggio intorno al mondo ci descrive, a metà del XIX secolo, territori altrettanto affascinanti e insidiosi.
Con gli occhi di Calpurnia e di Darwin ci ritroviamo così ad osservare non solo animali e piante di un continente lontano con la voglia di saperne di più anche su ciò che ci circonda, ma lo scorrere del tempo in una retrospettiva dai ritmi serrati che già ci conduce a immaginare il futuro di domani.
Naturalisti e non, armati di taccuini di viaggio o di diari fedeli su cui annotare le scoperte di ogni giorno, sentiamo Calpurnia vicina sebbene ci separi più di un secolo, immaginiamo come deve essere stato esplorare terre ancora incontaminate, ci domandiamo se sia ancora possibile nell’era della globalizzazione ambire a nuovi orizzonti (eppure Calpurnia ci mostra quante sono ancora le cose che possiamo se non scoprire, almeno conoscere), ci commuoviamo nel leggere la lettera in cui la Zia di Calpurnia ci racconta di come un evento naturale può sconvolgere le nostre vite mostrandoci la sempre attuale fragilità dell’essere umano di fronte alla potenza della natura.
C’è nel libro di Jaqueline Kelly la forza di una scrittura che sa farsi universale, e questo è una dote che appartiene soltanto ai grandi, poco importa se sono per ragazzi o no.