Una storia nera che nasconde la luce della rivelazione.
Molte cose sono già state dette e scritte su “Coraline”.
Neil Gaiman riesce a costruire con la sua penna tagliente e coraggiosa, un mondo parallelo che è lo specchio, ora fedele ora utopico, dell’ultima soglia che separa l’infanzia dall’adolescenza. Oltre lo specchio, incontriamo l’altra madre, l’altro padre, le anime intrappolate in un presente sempre uguale a se stesso. Dall’altra parte dello specchio, la scenografia del mondo è un tripudio di colori, profumi, sapori; è una dimensione accattivante e desiderabile…almeno all’inizio.
Muovendo con maestria la sua macchina scenica, Neil Gaiman solleva piano piano l’impalcatura e le quinte del suo palazzo, rivelandoci gli angoli bui, la polvere del tempo e i confini accecanti della disperazione. Sciamano dei due mondi, il gatto, figura ermetica per eccellenza, è guardiano della porta, l’unico capace di preservarsi autentico al di qua e aldilà dello specchio. Ma per Coraline non è possibile vivere in due mondi preservando la propria anima, dunque per lei la scelta sarà quella di accettare una vita fatta di luci e ombre, dove le cose non sono sempre a misura dei suoi desideri, o sacrificare uno sguardo autentico per una vita senza dolore. Il romanzo di Neil Gaiman è percorso da una linea d’ombra molto potente, la scrittura attinge la sua ispirazione dal vasto scenario psicanalitico junghiano e freudiano, dipingendo un paesaggio a tinte scure, profonde, venate da un’ inquietudine che non lascia mai indifferente il lettore e che lo porta ad esplorare le sue stesse angosce accompagnando Coraline nel suo viaggio interiore. Neil Gaiman sembra suggerirci che la paura, ovvero quell’istinto che ci guida nel riconoscimento del pericolo, sia una lente fondamentale attraverso la quale guardare la realtà. Come Coraline, oltre la piccola porta del soggiorno, riesce a vedere la verità attraverso il buco di una pietra incantata, dono prezioso e salvifico di due anziane signore che conoscono il teatro , gli artifici e gli spiriti, così il lettore riconosce nei propri brividi la strada per sfuggire alla ragnatela di un mondo incantato. Quanto è necessario oggi riuscire a distinguere il vero dal falso? Come coltivare il proprio intuito? In una quotidianità sempre più ovattata e a misura, un sentimento avverso e contrario può davvero trarci in salvo dalle lusinghe di una scenografia costruita ad hoc per farci vivere una non-vita, intrappolati per sempre in un sentire fittizio, in un salotto rosa dietro al quale si annidano ossessioni e terrori.
Coraline si rivela un romanzo fondamentale non solo per i ragazzi , e quella sensazione che accompagna il lettore oltre l’ultima pagina, credo sia da conservare gelosamente nel proprio animo.