Sono in piedi davanti agli scaffali della libreria alla ricerca di un libro che possa essere un buon punto di partenza per il laboratorio di falegnameria.
Non sono tuttavia concentrata; continuo a pensare alle domande che genitori, nonni e maestre mi pongono ogni giorno:
”Dove posso trovare dei libri per bambini di 6 anni?”
“Il mio bambino distrugge i libri, come posso fare? Sua sorella invece è così brava! Legge e ascolta tutto fin da quando era piccola.”
Penso anche all’ultimo consiglio di lettura, pubblicato per il sito, sul libro di Laura Orvieto “Leo e Lia” e al commento di una cara amica, piena di passione ed entusiasmo per la letteratura per l’infanzia, che scrive che il suo bimbo di 15 mesi ama i libri tattili, ma pare stia meno attento ai racconti ad alta voce.
Così, concentrandomi sullo scaffale, comincio davvero a vedere. Ci sono tanti generi di libri, libri piccoli che li puoi tenere in tasca, libri che esplodono come pop-corn, libri da toccare, libri da osservare, libri fitti di parole e libri silenziosi senza nemmeno una lettera.
E mentre osservo mi accorgo che a mente non sto nominando dei generi di libri, ma tanti tipi di bambini.
E’ come se li vedessi tutti in fila, uno di fianco all’altro seduti sulle mensole della libreria, mi guardano e mi sorridono. Qualcuno si nasconde e qualcuno dorme sbilenco.
Voglio iniziare da qui, da questo gioco di parole rotolato nei miei pensieri senza doverlo cercare, da questa immagine piena di spensieratezza. Vorrei parlare ai genitori, ai nonni e alle maestre per poterli rincuorare e potergli donare questa similitudine fatta di carta, fragile dunque, ma allegra e chiassosa così come l’universo infantile.
Per prima cosa dobbiamo arrenderci all’unicità di ogni essere vivente, nonostante i ripetuti tentativi di omologare intere generazioni in nome di una politica commerciale delirante, i bambini resistono e ogni giorno ne nascono di “nuovi”.
Ho lavorato nell’infanzia per dodici anni e avendo esplorato scuole steineriane, montessoriane, di stampo reggiano, di campagna, di città, di periferia, posso, con cognizione di causa, affermare che non ho mai incontrato due bambini identici.
Certamente si possono trovare delle similitudini, ma non è questo il nostro punto di partenza perché prima di trovare somiglianze dobbiamo saper cogliere le differenze e in questo caso la straordinaria unicità di ciascuno di noi.
Dopo aver davvero interiorizzato questo concetto fondamentale, possiamo con delicatezza e allegria prendere in considerazione le similitudini. In queste prime due settimane di vita della libreria ho potuto osservare, con grande soddisfazione, che nel mia città ci sono lettori già molto esigenti. E non sto parlando degli adulti, ma dei bambini: c’è chi vuole solo libri piccoli, pratici da maneggiare e da leggere stando comodamente seduti in poltrona; c’è chi è molto preciso in fatto di lupi (se non incutono timore non sono degni di questo nome!), c’è chi con l’occhio ben allenato predilige solo illustrazioni “spigolose” e chi non si accontenta di semplici bestiari, perché un ghepardo è un ghepardo e non gli si può rifilare una tigre, della Malesia per di più!
E questi sono solo alcuni esempi.
Di fronte ad una simile fermezza, anche il genitore più educato deve arrendersi e smetterla di scusarsi con il librario che indaffarato (e anche molto divertito) tira fuori dagli scaffali almeno una ventina di libri prima di azzeccare il soggetto adeguato alla richiesta.
Da quanto detto fino ad ora possiamo evincere tre concetti di primaria importanza da tenere sempre ben presente quando si entra in libreria per acquistare un libro per i propri figli o nipoti:
- I bambini si approcciano al libro senza pregiudizi.
- In virtù della loro meravigliosa assenza di categorizzazioni, i bambini hanno del bello un’idea molto più ampia e rivoluzionaria e sanno perciò leggere le immagini molto meglio di un adulto di cultura media.
- I bambini possono scegliere da soli un libro (specie se in età scolare) e faranno del libro l’uso più consono e appropriato agendo in perfetta sintonia con la loro personale ricerca di senso della realtà e rispetto alle esigenze del loro preciso momento di crescita.
Non ci dobbiamo dunque meravigliare se solo dall’immagine di copertina nostro figlio compie una scelta o se certe illustrazioni, che all’adulto paiono “difficili”, sono perfettamente intelligibili da parte di un bambino di appena due e tre anni.
Quello che non dobbiamo fare è non sovrapporre sempre la nostra visione del mondo alla loro. Spesso è giusto che il genitore sia una guida e prenda le redini della situazione, in particolare quando il bambino è affascinato da tutto ciò che vede o tocca, ma possiamo anche lasciare che la realtà possa subire lo sguardo nuovo dei bambini e che a partire proprio da quello sguardo anche il nostro possa essere modificato.
Tornando a casa la scorsa settimana dalla fiera del libro per ragazzi di Bologna, mi sono più volte soffermata a pensare a ciò che mi è stato detto dal direttore artistico della rinomata casa editrice francese Grandir:
“Mai come quest’anno abbiamo visionato tanti progetti di così alta qualità. Siamo meravigliati soprattutto perché sono i giovanissimi a portarci le tavole più innovative dalle quali si deduce una sensibilità spiccatissima nell’approccio alla realtà. Siamo partiti volendo pubblicare cinque libri e dobbiamo scegliere tra otto con grande difficoltà.”
- Lasciamo dunque che il tuttotondo di stampo più disneyano si affianchi a segni grafici e pittorici che riescano a cogliere altri aspetti del quotidiano perché i bambini amano sì le cose dolci, ma sanno anche leggere la poesia laddove l’adulto, già indottrinato, vede solo confusione e trascuratezza.
- Cerchiamo di non imbrigliare un libro in una fascia di età precisa perché rischiamo di depauperare un bambino di una complessità vitale alla sua crescita e al suo sviluppo.
- Permettiamo ai nostri bambini di affinare il loro senso critico leggendogli la poesia fin da piccini anche se pare non ci ascoltino.
- Diamo a bambini esplosivi libri altrettanto spumeggianti capaci di entrare in sintonia con il loro essere e la loro sensibilità, e ai sognatori e ai timidi libri senza parole dove sono le immagini a costruire ogni volta una storia diversa, oppure facciamo esattamente viceversa e stiamo a vedere cosa succede.
- Mettiamo a disposizione dei piccoli libri cartonati di qualità che possano incuriosire le loro mani e i loro occhi, ma anche libri più complessi affinché ci sia più facile aprire le loro menti al bello e alla complessità del mondo.
Il processo di leggere e intelleggere è meno macchinoso di quanto normalmente si è portati a pensare: il rispetto per l’oggetto libro è pari alla curiosità che suscita nel bambino. A volte escludiamo libri troppo belli per paura che il bambino lo possa rovinare, ma è proprio la spinta del bello che crea un movimento affettivo per il libro e la volontà di preservarlo.
La sensibilità di un genitore che ha di fronte un bambino irruento nell’approccio al testo, è la chiave di tutto. E’ come quando si coltiva un orto: alcune piantine crescono subito mentre per altre ci vuole più pazienza; quelle che sono germogliate presto devono essere protette dai geli primaverili, quelle spuntate a maggio avranno invece bisogno di innaffiature frequenti; altre ancora avranno bisogno di qualche tutore mentre le più selvatiche esigono poca attenzione diretta.
Piante, libri… pensate a ciò che più vi piace quando scegliete un libro per bambini, l’importante è non dimenticare mai la loro originalità e il loro peculiare approccio alla vita.
C’è chi ti legge come un libro aperto,
chi ti chiude come un libro letto,
chi ti scrive come un libro bianco,
chi ha perso il segnalibro,
chi voleva leggerti ma le emozioni non erano in saldo,
chi ti ha sfogliato e riposto sullo scaffale,
chi ti ha portato a casa e messo in libreria…
Forse un giorno qualcuno ti leggerà sul serio,
dalla copertina all’ultima pagina,
e ti porterà con sé come il dono piu’ prezioso…
Oscar Wilde
3 pensieri su “Bambini tattili, bambini sonori, bambini pop-up, bambini silenziosi”
Ciao.
Vi ho scoperto grazie a Pinterest. Questo post mi ha colpito perchè mi ricorda le scorribande mie e di mio figlio di 6 anni nelle librerie: sempre a discutere su cosa comprare e finiamo spesso a prendere un albo illustrato per me e libri divulgativi per lui (e penso sempre “Ma non dovrebbe essere il contrario?”).
Ho letto il vostro ricco programma di laboratori e ho scoperta una conoscenza comune: Noemi dello Spazio Bradipo (una delle librerie in cui sono avvenute le nostre scorribande).
In bocca al lupo per la vostra avventura e chissà … Carpi non è molto lontana da Bologna.
Ciao
Carissima mammozza,
scusa il ritardo di questa mia risposta. Riesco a trovare tempo per quasi tutto, ma ogni tanto qualcosa sfugge di mente.
Sappi invece che il tuo è stato il primo commento di questo blog e ci siamo tutti molto emozionati nel leggerlo: io, Dario e Silvia Pagani che ci aiuta a tenere aggiornato questo sito impegnativo, ma capace di regalarci molte soddisfazioni.
Mi sono immaginata le tue “scorribande” e questo pensiero ha fatto nascere in me un sorriso interiore commosso e leggero perché mi ha ricordato quando da bambina, il sabato mattina in bicicletta, mio padre mi portava in libreria.
Sono le cose più semplice quelle che restano: il suono del campanello mezzo arrugginito sul manubrio, il volto del monumento accanto al quale si passava, la mano forte che ti sollevava dal sellino. Il tutto indissolubilmente legato al profumo della carta di quella spessa copertina marrone del libro delle favole di Esopo. Quel libro è ancora nella mia libreria.
Quante cose può racchiudere un libro!
Noemi Bermani terrà alcuni laboratori a radice-labirinto e ne siamo molto felici. Se vorrai venire a trovarci saremo lieti di accoglierti..in fondo è vero: Bologna non è lontana.
Alessia