Cara Sara,
benvenuta nel nostro giardino. Siamo ad un crocicchio. Un grosso ceppo divide la strada in due sentieri: il sentiero che si apre sulla destra declina dolcemente verso il bosco di abeti, quello sulla sinistra ci porta al lago ghiacciato. Intorno a noi è tutto un volo di uccellini; guardo Sara e mi accorgo che ha le tasche piene di briciole. Di cosa si nutre l’immaginazione di un’illustratrice? Le immagini ti vengono a cercare, cara Sara, o bisogna creare l’occasione?
Davvero a destra abbiamo un’abetaia? Devono essere ceppi, abeti rossi, hai presente quella corteccia un po’ rossiccia? Quelli. In Trentino sono i più diffusi e le mie radici si trovano lì. A dir la verità preferisco il tronco bianco della betulla, con le lacerazioni che ne spezzano continuità e compaiono con l’età adulta. Trovo siano una metafora meravigliosa della vita umana, con le sue ferite che ne rendono il percorso infinitamente interessante. Però le abetaie profumano. Profumano di buono. Ora diamo ai bambini le briciole di pane così che possano offrirle alle cinciallegre temerarie. Hai notato che in inverno sono più socievoli del solito? I bambini sì ma loro sono acuti osservatori. Guardali, non ci resta che prendere il quaderno degli schizzi dalla nostra borsa e cercare di fermare l’immagine annotandoci tutte le informazioni e le domande che fanno capolino. Troppe immagini e poco tempo per trattenere tutto ciò che ci riempie lo sguardo.
Il sentiero scelto ci porta verso il bosco. Le tasche si sono svuotate, ma qualche cincia ci segue ancora zampettando lungo questa piccola stradina tracciata nella neve. I cespugli di agrifoglio che costeggiano il sentiero da ambo i lati sono carichi di bacche ed è un piacere guardarli. Ti verrebbe da strisciare la mano lungo la siepe camminando, lasciar scorrere le dita tra le bacche, ma quelle spine così ben disegnate ai margini di ogni foglia frenano qualsiasi entusiasmo. Il mestiere dell’illustratrice è molto attraente, stare a contatto con i colori, dare fiato alla fantasia e corpo alle immagini, ma quali sono le spine nascoste in questo percorso? Qual è la tua più grande difficoltà quando ti avvicini ad un foglio bianco?
La natura è maestra. I bambini, a quest’ora, si saranno domandati che cosa mangiano le cinciallegre, dove vivono e se hanno le zampette, senza doposci, ghiacciate dal freddo della neve. Ma gli adulti? Si sono posti domande? Gli adulti si sentono “grandi” e diventano un po’ saccenti. Si vergognano di non sapere tutto di tutto e così perdono l’attitudine alla domanda e non alimentano più la loro curiosità. Gli adulti vedono ma i bambini no, non vedono solamente, i bambini ascoltano, annusano, toccano, scoprono, vivono la natura perché sanno quanti insegnamenti generosamente possa elargire loro. Per un adulto educatore, saper cogliere tutto questo e tradurlo in parola è un’azione quotidiana, ma tradurlo in immagine è una sfida bella e buona! Certo, la macchina fotografica è un valido ausilio per fermare gli istanti, gli innumerevoli istanti ai quali si ha la fortuna di poter assistere, ma trasporre sul foglio bianco il “dentro” di una relazione formativa come quella sincera tra i bambini e la natura, è un gesto intenso. Un’intenzione intensa.
Il bosco di abeti si apre davanti a noi; la soglia del bosco ha sempre avuto un’attrazione speciale su di me, un fascino irresistibile che mi spinge ad attraversala con timore e ed eccitazione. L’ombra si intreccia alla luce e le pupille si dilatano. Dopo il paesaggio innevato lo sguardo si immerge nel sottobosco per cercare ristoro. Esiste una soglia che bisogna attraversare prima di immergersi nel proprio immaginario o per te Sara la realtà è un continuum con il foglio?
Lola Ottolini in Fuori (Franco Angeli, 2015) ci invita a tracciare una linea sulla sabbia, a porci in uno dei due spazi che la linea separa e ad invitare un bambino nel nostro spazio, la nostra casa. Il bambino per prima cosa penserebbe a saltare la linea in un qualche modo pur di non calpestarla “Poi gli verrebbe una illuminazione… con il piede cancellerebbe il pezzo della riga e con un passo entrerebbe nella vostra casa. Il pezzo della riga cancellata è la soglia.” Io ho scelto di cancellare la soglia tra i miei mondi proprio come farebbe un bambino. Solo che i miei mondi non sono costituiti dall’immaginazione e dalla realtà bensì dall’educazione e dal disegno.
Gli abeti sono alberi generosi: ricoprono il terreno con le loro foglie aguzze creando una coperta soffice, riparo per formiche e funghi. Sotto i nostri passi il terreno è morbido e la neve mescolata al muschio sprigiona un profumo antico. E’ remota la nostra amicizia con il bosco, come del resto la nostra amicizia con le fiabe. C’è un luogo della tua infanzia o un giardino che ti è particolarmente caro? E una fiaba della buonanotte?
Sopra a Rovereto di Trento c’è Brentonico; sopra a Brentonico c’è la Polsa. Le mie radici sono là, sul cucuzzolo arrotondato di un pezzo di Monte Baldo. Ultimamente pare ci si trovi bene anche un’orsa. Io sono emiliana, di quelle che andavano a pescare nel Po con il padre e avevano le gambe irritate dalle ortiche, ma gran parte della mia infanzia si divide tra ricerche di funghi, vipere e ginocchia sbucciate per l’ostinazione di correre in discesa per i prati. E lì l’erba quando è tagliata mica è morbida e gentile come quella dell’aiuola sotto casa! Io sono cresciuta trascorrendo le giornate libera di esplorare i monti ed ora lo fanno le mie figlie, ma io nuovamente, con occhi nuovi, attraverso loro. Insieme scopriamo, ricerchiamo, disegniamo e apprendiamo dalla natura. Stendiamo un panno a terra, ci togliamo le scarpe, camminiamo a piedi nudi sull’erba, mangiamo un panino e leggiamo Cipì. Chi può capire meglio di Mario Lodi la vita di una Margherì?
Ogni cosa in questo bosco attira l’attenzione di Sara: foglie, cortecce, rametti, sassi, gocce di pioggia ghiacciate, licheni…Fuori c’è tutto un mondo vero Sara? Le tue illustrazioni rappresentano spesso bambini immersi nella natura. Le tue tavole credo nascondano un intento ben preciso, un segreto da svelare negli occhi di chi guarda, come se volessero risvegliare un sentimento profondo, un legame profondo tra uomo e natura. Sbaglio?
Siamo camminatori, siamo collezionisti, siamo “Homo radix”, citando Fratus. Siamo esploratori di natura. Durante gli anni di insegnamento alla scuola dell’infanzia ho potuto assistere alle dinamiche di apprendimento che avvengono quando si vive abitualmente l’ambiente esterno e questo ha portato la mia formazione ad interessarsi a tutto il vasto campo dell’educazione in relazione alla natura. Compreso il disegno. I naturalisti sono grandi disegnatori, pensate a Beatrix Potter, sapevate che era un’esperta botanica e micologa? Oppure Emmanuelle Tchoukriel degli Inventari illustrati, specializzata in disegno scientifico. Attraverso il disegno, grandi esploratori aprono una fedele comunicazione con l’ambiente naturale. Il mio intento, e quello di Bambini e Natura che mi permette di approfondire continuamente questo incontro, è utilizzare il disegno come parte integrante del processo di ricerca, ascolto e fiducia verso la relazione, profonda, tra uomo e natura.
Il bosco si apre in una radura ampia e bianca. Grandi cataste di legna si ergono solitarie ai margini della foresta. Vicino ad una di esse ci sono due cestini per la merenda: una crostata di amarene, due arance, un termos con una tisana alle erbe, noci e qualche cioccolatino. Si sente nuovamente un frullare d’ali sopra le nostre teste; Sara sta già donano alcune briciole della sua torta. Credo che sarà una merenda speciale. Grazie per essere stata con noi.
Grazie a voi, magari se mi guardo in giro trovo qualche bacca o insetto così nel frattempo disegniamo le sue tracce sulla neve. Piccole piccole ma ci sono!
Breve biografia
Sara è stata insegnante ed educatrice di Nidi e Scuole dell’infanzia delle provincie di Modena e Reggio Emilia. Fondamentale l’intensa esperienza vissuta all’interno della Cooperativa Argentovivo. Nel 2012 è stata avviata alla pratica del Closlieu da Arno Stern e da quel momento ha iniziato ad interessarsi alla dimensione spontanea dell’infanzia. Attualmente si dedica al ruolo di Praticien all’interno del proprio atelier Tracce e all’illustrazione, curando una rubrica sulla rivista Bambini e collaborando stabilmente con l’associazione Bambini e Natura, della quale condivide obiettivi, esperienze e valori, molti dei quali all’interno di Fuori, libro curato da Monica Guerra, docente e ricercatrice, e al quale anche lei ha potuto contribuire promuovendo il recupero del disegno in natura.
http://www.saravincetti.com/