Intervista a Claudia Palmarucci

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Claudia Palmarucci per il calendario dell’avvento di Radice Labirinto

C’è così tanta neve in questa giornata serena che affondiamo fino al ginocchio mentre camminiamo per il bosco rado delle betulle. Claudia è qui di fianco a me e ride allegramente cadendo nella neve. Benvenuta nel nostro giardino che
oggi si offre a noi sotto un cielo terso attraversato da un sole luminoso e bellissimo. Amo particolarmente le betulle, sono alberi sinuosi ed elastici che sanno interpretare il vento e piegare la loro chioma con umiltà e rispetto. Le tue illustrazioni, cara Claudia, sono eleganti e raffinate e, per quanto molto particolari, le ho viste adattarsi a libri molto diversi tra loro senza esitazione, piegandosi al volere della storia con trasporto e sincera convinzione. Quali sentimenti percorrono un’illustratrice quando per la prima volta incontra una storia che chiede di essere illustrata?

Solitamente leggo e rileggo la storia con molta attenzione, per poi accantonarla cercando di conservare le suggestioni che mi ha impresso. La fase successiva è di ricerca e approfondimento, mediante l’accumulo di analogie tematiche scovate nella letteratura, nell’arte, nella cinematografia, nella musica, nelle scienze.
Provo poi a dare una forma alle mie riflessioni, lasciandomi influenzare dal repertorio di riferimenti accumulati prima di iniziare a disegnare.
Il lavoro più impegnativo devo farlo su me stessa, per evitare banalità e approssimazione.
Una delle difficoltà è cercare di realizzare delle immagini capaci di dialogare con il testo senza soffocarlo, in grado di mantenere con le parole un’interconnessione creata da scambi, rimandi e arricchimenti reciproci.

palmarucci_tutti-gli-animali-sono-uguali-ma-alcuni-sono-piu-uguali-degli-altri (2)Il bosco delle betulle è arioso, le chiome ricadenti amano respirare e lasciare che il vento si prenda i suoi spazi di gioco. La neve è caduta abbondante fino a ridosso dei fusti argentati. Io e Claudia avanziamo a larghi passi lasciando dietro di noi solchi profondi. Mi piace pensare che ci sia nelle illustrazioni sempre uno spazio lasciato aperto in cui il lettore possa giocare con la storia seguendo il solco dell’immaginazione dell’illustratore. Penso a “Le case degli altri bambini” edito da Orecchio Acerbo e ti confesso di essermi intrufolata dietro a qualche porta per godermi una storia che non c’era. Come illustratrice cerchi una complicità emotiva con il lettore o preferisci dedicarti al lato compositivo e pittorico lasciando che sia l’arte a decretare questi legami forse imprevedibili?

Cerco mediante le mie immagini di condividere una riflessione, un pensiero, una sensazione.
Vorrei che i miei disegni suscitassero domande, che fossero occasione di confronto e scambio.
Non posso prevedere se le mie illustrazioni saranno in grado di innescare una complicità emotiva con il lettore, posso solo tentare di dialogare con lui mediante segni, colori, forme.

palmarucci_tutti-gli-animali-sono-uguali-ma-alcuni-sono-piu-uguali-degli-altri (1)Una betulla più alta delle altre è riuscita a proteggere dalla neve un piccolo cerchio di verde intorno a sé. Il giardiniere ha lasciato alcuni ceppi e noi gliene siamo molto grate. Ci sediamo sfinite, assaporando il tepore che emerge dai nostri cappotti dopo la passeggiata nella neve. Le nostre gote sono arrossate, i capelli arruffati sotto le cuffie, abbiamo decisamente l’aspetto di due persone
felici. Ti piace Claudia essere immersa nella natura? C’è un giardino che ha segnato la tua vita o un luogo del giardino che ti è particolarmente caro?

Sì, il giardino della casa dove sono nata. I miei nonni lo hanno sempre curato con una dedizione quasi sacrale. Non sopporterei vederlo incolto.

claudia-palmarucci-On the way home 2 (bassa)L’aria fredda ci percorre la schiena e la piccola estate dentro ai nostri cappotti che solo qualche minuto fa ci faceva desiderare di slacciare i bottoni e togliere i guanti, ci fa ora stringere nelle spalle. Nelle tue illustrazioni emergono con molta chiarezza gli stati d’animo dei tuoi protagonisti, pare di poter leggere sui loro volti ogni brivido, ogni pensiero, ogni emozione. Una semantica potente
quella dei volti che porta anche a scelte stilistiche forti e decise. Anche quando sono animali antropomorfi i soggetti della tua indagine pittorica – penso alla fiaba dei Musicanti di Brema – sono le espressioni del corpo a dare movimento e profondità alle tue tavole. Cos’è per te il corpo rappresentato?

I volti e i corpi sono dei mezzi espressivi molto potenti. Essi si modellano sul nostro stato di coscienza, raccontano molto della nostra indole, delle stratificazioni emotive che conservano, ma anche di desideri, aspirazioni, abitudini. Quando vengono perpetuati mediante un ritratto riescono persino ad essere una potente rappresentazione della percezione che gli autori hanno degli uomini del proprio tempo, della propria cultura e della propria storia. Portano alla luce dettagli straordinariamente evocativi.

2rQuando ero piccola passavo ore nel giardino condominiale a giocare da sola, ero libera di perdermi nei miei pensieri, di osservare fiori, tronchi, insetti, libera di bere al bicchiere del mondo senza fretta, senza compiti da assolvere. I tronchi degli alberi mi hanno sempre affascinato; delle betulle mi piace questo coraggio di mostrare i loro anni sulla corteccia. Non hai bisogno di aspettare
che l’albero venga abbattuto per contare i cerchi di accrescimento, basta osservare le rughe nere e profonde sulla corteccia bianca e levigata. La loro anzianità la riconosci al tatto, come fare una carezza sul volto di un anziano. Sono alberi coraggiosi le betulle, sincere e per questo flessibili. Anche nelle tue illustrazioni, cara Claudia, riconosco lo stesso coraggio: tu non hai paura di mostrare la paura, la rabbia, l’asimmetria di un volto arrabbiato, stanco, assente. Quando ho tra le mani un tuo libro penso a quanta ricchezza stai
donando al lettore e quanta bellezza. Ti sei mai sentita rifiutare delle tavole perché non adatte ai bambini? Chi è per te il lettore bambino?

Sì, ma a volte il rifiuto aveva ragion d’essere. Spesso quando si fanno scelte complesse e l’immagine risulta troppo ermetica non si comunica nulla né ai bambini né agli adulti.
Non amo le versioni edulcorate della realtà, in nessuna forma d’espressione. Credo sia deleterio addolcire un albo solo perché destinato all’infanzia; i bambini vivono nel nostro stesso mondo, osservano, provano paura, rabbia, percepiscono le emozioni altrui.
Credo che per comunicare con loro sia necessaria schiettezza, onestà, autenticità, semplicità. Siamo noi a doverci indagare quando parliamo con i bambini, dobbiamo scavare nelle nostre sensazioni più profonde per evitare le sovrastrutture indotte dagli strumenti culturali egemonici.
Quando lavoro non penso mai che il mio libro sarà destinato unicamente all’infanzia; disegno sulla scia di sensazioni molto personali, per poi setacciarle cercando di arrivare ad una sintesi efficace del mio pensiero. Solo quando il libro finisce nella mani del lettore comprendi se sei davvero riuscita ad attivare con lui una comunicazione empatica e complice mediante la quale il bambino, ma anche l’adulto, può esplorare il suo mondo interiore.

Apprezzo i libri sovversivi, spassosi, imprevedibili, liberi da stereotipi, dogmi e morali. Libri che allontanano la bruttezza, la noia, la convenzionalità, la melassa, l’insipidezza.
Sendak affermò in un’intervista di aver rivisto e corretto Il paese dei mostri selvaggi più di cento volte. Le illustrazioni, apparentemente semplici ma rese incredibili dalla meticolosità dei dettagli, dal dettagliato studio delle ambientazioni, dalle simbologie utilizzate, sono il risultato di un lavoro lungo e ostinato.

Claudia Palmarucci_I Musicanti di Brema_Orecchio Acerbo 2012  (1) - CopiaL’ombra delle chiome spoglie si staglia nitido sulla neve, i raggi si allungano obliqui, il freddo aumenta. Ricominciamo a camminare nella neve. Dopo una sosta le gambe sembrano più pesanti, dicembre invita il corpo a fatiche brevi, lo esorta ad un letargo dolce, a preservare le energie per il tempo primaverile. Allora cara Claudia ti conduco in libreria, dove c’è una poltrona pronta ad accoglierti e una tisana profumata alla rosa che il libraio Dario ha sicuramente preparato per noi.
Ti piace l’idea di un letargo tra i libri? Grazie di essere stata con noi.

Sì, sarebbe bello, anche se in questo momento mi piace sognare un letargo nella natura, dalla quale ci stiamo pericolosamente allontanando.
Grazie Alessia, è stato bello passeggiare con voi.

Breve biografia

palmarucci_tutti-gli-animali-sono-uguali-ma-alcuni-sono-piu-uguali-degli-altri (4)Claudia Palmarucci nasce nel 1985 a Tolentino, vive e lavora a Macerata.
Nel 2009 consegue la laurea in Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata, dove successivamente si specializza in grafica per l’illustrazione.
Nel 2009 si iscrive al master Ars in Fabula, durante il quale lavora con l’editore Orecchio Acerbo al progetto libro “La Rosa”, che nel 2011 diviene il suo album d’esordio.
Nel 2011, 2013 e 2015 è tra i selezionati a partecipare alla Mostra Illustratori della Bologna Children’s Book Fair.
Nel 2013 è tra i candidati italiani chiamati dalla Ibby a rappresentare la nazione alla prestigiosa Biennale di illustrazione di Bratislava.
Nel 2014 vince il Premio Internazionale LIMEN ARTE di Vibo Valentia, sezione illustrazione.
Nello stesso anno e anche nel 2015 partecipa all’Exhibition for Children’s Book Illustrations di Sharjah (EAU) .
Nel 2015 è tra i selezionati al Nami Contest 2015 (Korea) e alla Mostra internazionale d’illustrazione per l’infanzia Le immagini della fantasia 33 a Sàrmede.
Ha collaborato con:
Orecchio Acerbo Editore, Roma (Italy)/ Éditions Notari, Genève (Switzerland)/ Kite Edizioni, Padova (Italy)/ Eli Edizioni, Loreto (Italy)/ Rizzoli Editore, Milano (Italy)/ Editions Cambourakis, Paris (France)

Claudia Palmarucci
Viale Vittorio Veneto, 12
62029, Tolentino (MC) – Italy mob: +39 392 15 83 161
www.claudiapalmarucci.com
www.claudiapalmarucci.blogspot.com
info@claudiapalmarucci.com

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