Ho sempre amato la figura del guardiano: qualcuno che si occupa con amore di qualcun altro e sorveglia con attenzione ogni passo.
Credo fermamente che un custode, angelico o meno, sia perennemente accanto a noi e soprattutto credo che questo custode, in modo del tutto speciale, stia accanto ai bambini; con la sua presenza discreta, quasi invisibile, si prende cura delle piccole cose del quotidiano.
Quasi mai ci si accorge di loro ed è proprio questa la meraviglia dei guardiani: sono estremamente silenziosi. Il loro passo è felpato, la loro presenza così morbida e avvolgente che sovente li si scambia per cuscini, coperte, sciarpe…
Gli armadi in particolare sono il loro regno segreto.
Nulla a che vedere con il Ba Bau, no no… i guardiani sanno di lavanda, hanno quel profumo buono dei panni appena lavati e riposti con garbo sulle mensole, ti accarezzano dolcemente con le maniche di qualche cappotto quando ti infili nel guardaroba (che si chiama così mica per caso!) per cercare quel guanto che proprio non sai dove possa essere finito.
I guardiani sono sempre con te, anche quando traslochi e tutto sembra così sconfortante, buio e inquietante.
Nella copertina del meraviglioso albo di Philip ed Erin Stead si vede una macchina che attraversa il bosco. Alla guida dell’auto un giovane papà, e sui sedili posteriori un grosso cane e un bambino un po’ impauriti che guardano dal finestrino. Sul portapacchi valigie, sacchi e scatoloni.
E’ vero che un cane può essere un ottimo guardiano e sono certa che Harold, lo spinone di Peter, lo sia, ma non è di lui che parla questa storia. Harold è un amico fidato, un compagno di avventure (e di sventure) come ce ne sono pochi, ed è uno specchio affidabile degli umori di Peter; ma Lenny è un’altra cosa.
Lenny è presente fin dalla copertina. Non lo vedete?
Ve l’ho detto i guardiani sono silenziosi, sanno camuffarsi bene e amano gli armadi. No, avete ragione, non ci sono armadi nel bosco, ma quando si trasloca meglio portare con sé i vestiti oltre a tutte le cose che ci sono più care.
Ecco, ora lo vedete? Certamente. E’ proprio lì sul portapacchi.
No, no non cercate qualcosa di invisibile, non me lo sto immaginando. Forse non ha la forma che vi aspettate, e, in effetti, in questa circostanza è decisamente poco presentabile: una sciarpa qua, un cuscino là, una coperta a righe, una a pois…
Eppure qualcosa in quello strano assemblaggio sul portapacchi ci dice qualcosa non è vero?
Peter pensa che una strada serpeggiante e sconnessa sia una pessima idea e se poi attraversa un bosco così fitto che pare notte anche di giorno, beh!, non possiamo dargli torto. La prima illustrazione è come quella di copertina, solo un po’ più grande così possiamo immergerci anche noi in quel bosco così scuro lungo quella strada così tortuosa. Davvero una pessima idea. Per fortuna che le nostre cose sembrano saldamente agganciate al portapacchi.
E poi eccola lì, la nuova casa; ma soprattutto ecco lì il ponte che ci separa dal bosco.
Nonostante il bosco resti al di là del ponte, Peter vuole andare via perché questa non è come la sua buona, vecchia casa. I bagagli sul portapacchi sono ancora lì, arrivati anche loro sani e salvi.
Una cena frugale, una carezza per Harold che è proprio un bravo cane (credo che questa carezza il papà l’avrebbe voluta dare a Peter, ma lui è teso, preoccupato, guarda il bosco… che sia ancora arrabbiato? Quante cose ci racconta questa illustrazione!) e infine a letto.
Facile a dirsi! Con quel bosco appena al di là del ponte… impossibile chiudere occhio.
Se oltre la finestra la notte cala tra i tronchi degli alberi fitti come spilli, dentro la casa è tutta una distesa di fiori: sì, neanche un mobile, ma c’è una carta da parati con dei fiori così grandi da farti subito pensare che anche i proprietari precedenti dovevano avere avuto una fifa blu di quel bosco là fuori. Viene in mente la carta da parati in camera della nonna di Billy, quel bambino sciocco che aveva sempre cattivi pensieri…
Bisognerà fare qualcosa.
Niente paura: quando è l’ora i guardiani si palesano, ti fanno venire in mente certe strane idee… cominci a pensare ai cuscini, alle coperte… ti fanno impacchettare, cucire, tirare, tagliare… e poi tutto ad un tratto eccolo lì: Lenny, il guardiano del ponte.
“Terrà il bosco buio dall’altra parte, proprio dove deve stare” dice Peter ad Harold.
Lenny è una strana creatura: la sua testa è un cuscino (un po’ troppo grande per farci entrare il berretto), ha due sciarpe che lo fanno assomigliare vagamente ad un elefante, ha lunghissime braccia e una pancia molto rassicurante. Lo riconoscete ora? Ve lo avevo detto, era sulla macchina fin dal principio.
Di notte Lenny sorveglia il ponte silenziosamente e pazientemente.
Ma non si sentirà solo? Il bosco è sempre là con i suoi tronchi slanciati verso un cielo buio, mentre la carta da parati si distende sul muro con i suoi fiori giganteschi, niente mobili, solo Harold e Peter che non chiudono occhio perché Lenny potrebbe soffrire di solitudine. La torcia sul pavimento resta accesa tutta la notte. Non va, non va per nulla bene.
Chi si occupa dei guardiani mentre loro si occupano di noi? Come il Billy di Antony Browne, anche Peter costruisce un’amica per Lenny così non si sentirà solo e finalmente lui e Harold potranno dormire sonni tranquilli.
Finiti i cuscini bisogna ricorrere alle foglie secche e a vecchie pezze trovate in qualche scatolone.
E dopo aver tagliato, assemblato, tirato ecco apparire Lucy.
Lenny è molto emozionato, lo si vede subito, si toglie perfino il cappello per presentarsi.
E una volta felici, i guardiani fanno al meglio il loro dovere: sorvegliano il ponte, di notte, e di giorno fanno anche molto di più: ci fanno compagnia, quella compagnia silenziosa eppure così eloquente che è capace di riservarci solo il nostro orsacchiotto preferito o il nostro cane. E in fondo non ci vuole altro. I veri amici si riconoscono dalle parole che non si è costretti a dire quando basta stare insieme nello stesso istante condividendo gli stessi pensieri.
E quando il cuore è sereno, quando ci si sente amati e al sicuro, allora si può guardare oltre il ponte, ma non verso il bosco. Forse non l’avevi vista, ma c’è una casa accanto a quella di Peter, a destra del ponte. Probabilmente c’è sempre stata. Come abbiamo fatta a non vederla?
In quella casa abita Milly, la piccola Milly che ha un sacchetto di caramelle e un binocolo per guardare le cose lontane come se fossero vicine, per guardare attraverso il bosco, per avvicinarlo un po’ e provare a vedere se si riesce a scovare il gufo.
(ma forse è piuttosto il gufo a scovare noi, ci è stato vicino in quasi tutte le pagine…)
“Così Peter, Harold, Lenny, Lucy e Milly sedettero insieme, cercando cose interessanti da osservare.”
Agli amici non serve altro.
Il fumo che esce dai comignoli delle due case si unisce nella notte anche dopo che tutte le luci si sono spente; il fuoco delle storie è acceso, i pensieri si intrecciano, le luci delle torce pure.
I guardiani fanno così, ti stanno vicino, ti aiutano a trovare fiducia in te stesso, in silenzio sorvegliano tutti i ponti del mondo, e tengono il bosco buio dall’altra parte.
...E non temete sono sempre accanto a voi, anche quando non li vedete.