Si fanno chiamare “Le tre moschettiere” e a ben pensare, come Zorro, potrebbero firmare con spada veloce il loro blog con una sola A: Alessandra, Angela e Ana sono le fondatrici del blog “Leggere insieme… ancora” e nel giro di pochi mesi sono riuscite a far nascere in tutta Italia gruppi di lettura dedicati ai libri per bambini… e se è vero che la narrativa per ragazzi è la Cenerentola della letteratura, allora è un bene che ci siano dei moschettieri a difenderla!
Il blog si avvale anche, per farsi conoscere, di una pagina Fb privata (bisogna chiedere alle amministratrici l’autorizzazione di iscriversi al gruppo), nella quale i milleduecento membri comunicano tra loro in modo più veloce e immediato. Ed è stato grazie a questa pagina che, durante l’estate, si sono formati tanti sottogruppi di lettori, ognuno dei quali fa riferimento ad una città. L’idea ha preso così forma e direzione e nel mese di settembre in molte province d’Italia, per la prima volta dalla nascita del blog, si sono incontrate mamme, insegnati e appassionati per discutere e scambiarsi pensieri ed emozioni a partire dal libro per bambini.
Per far in modo che i vari gruppi possano riportare le loro riflessioni al resto del collettivo, le Moschettiere hanno pensato di proporre ogni mese tre aree tematiche su cui orientare la discussione. Tutti gli iscritti al gruppo Fb sono chiamati a votare e il tema con il maggior punteggio passa il turno diventando l’argomento del mese successivo.
Il primo argomento sul quale ogni gruppo si è preparato e confrontato è stato quello sui “Lupi”. E non poteva non essere che così, non vi pare?
Grande protagonista del nostro immaginario, non solo fiabesco, il lupo non ha esitato a palesare la sua presenza e a reclamare un posto d’onore.
Molte librerie specializzate hanno offerto, da nord a sud, la loro sede per le riunioni dei vari gruppi e le moschettiere hanno caldamente incoraggiato queste iniziative. Scopo di “Leggere insieme… ancora” è infatti anche quello di far conoscere e promuovere le librerie per ragazzi di tutta Italia per rafforzare l’idea che una libreria per bambini non è solo un negozio, ma un punto di riferimento sociale e culturale, luogo di aggregazione e confronto, e non ultimo, un posto dove trovare competenza, professionalità e amore per il proprio mestiere.
Poteva dunque Radice-Labirinto non rispondere all’appello?
Laddove non ci sono librerie per ragazzi, si sono attivate biblioteche, ludoteche e privati cittadini che nel calore della loro casa hanno tenuto, con grande successo, il primo incontro di “Leggere insieme… ancora”. Certo, pasticcini, biscotti fragranti, torte e un buon tè non sono mancati mai, perfino nelle biblioteche, e questo a dimostrazione che la forza di un tale gruppo sta nella passione e nell’entusiasmo di poter leggere insieme, appunto, perché il libro è e rimane uno strumento sociale potentissimo. Un libro condensa e racchiude la vita, la vita di ciascuno di noi, che è fatta sempre di storie; il libro ha la forza di trasformare, non solo qualcosa di virtuale in una vera occasione di incontro e condivisione, ma addirittura noi stessi.
Come sede ospite per il primo appuntamento di Modena e provincia, Radice-Labirinto domenica 21 settembre, si è vestita a festa e ha appeso festoni… ops! volevo dire libri, al soffitto offrendo ai suoi ospiti un’insolita bibliografia fluttuante sul tema lupi.
La riunione è stata incantevole: ognuno dei partecipanti ha portato il suo lupo con sé ed è stato molto interessante constatare come questa figura racchiuda per ciascuno, la luce e l’ombra dell’essere umano. Cangiante e mutevole, come la luce del bosco che lo protegge, il lupo si è intrufolato tra di noi a volte ammiccando, a volte sorprendendoci alle spalle, altre ancora accucciandosi tranquillo tra le nostre parole.
Abbiamo riso, scherzato, ma ci siamo anche spaventati suggestionandoci a vicenda con le immagini di certi albi illustrati e abbiamo dovuto ammettere che il lupo ha davvero un fascino irresistibile.
Vi riporto di seguito alcune cose belle che sono state dette:
Silvia ci ha mostrato nel “Maialibro” di Antony Brown il profilo di un lupo nel dettaglio di una finestra; nessuno lo aveva notato, ma Bruno, il figlio maggiore di Silvia lo ha visto immediatamente. Un brivido è corso lungo la schiena di tutti.
Erika non aveva un libro con sé, ma narrando una fiaba ha riportato alla memoria degli ospiti il vecchio Zio Lupo dei Quindici. Pur ridendo di spavento, gli occhi di tutti brillavano di gioia perché ognuno, sollevando la polvere dalla propria infanzia, si è sentito parte di una stessa grande storia.
Elisabetta ha portato lo sguardo sulla parte femminile del lupo. Leggendo commossa “Ninna Nanna per una pecorella” ci ha mostrato come in ogni donna, e uomo, c’è una parte istintiva fortissima, che con il bosco e il lupo condivide la selvatichezza e l’amore per l’ombra e la libertà.
Giulia con “I lupi nei muri” ha mostrato come il lupo riveli la sua parte ferina specialmente ai bambini più sensibili. Lucy è infatti l’unica della sua famiglia in grado di percepire le fiere intrappolate nel muro, l’unica in grado di smascherare l’ambiguità della realtà; ma sarà proprio grazie alla sua paura che Lucy diventerà forte e vedrà il lupo per quello che è, debole e potente al tempo stesso proprio come ogni essere umano. Il lupo dunque è prezioso quanto terribile.
Margherita ha rivelato il lato feroce del lupo nell’illustrazione, scegliendo tra tutte quella del “Cappuccetto Rosso” di Sweta Pacovska. Un lupo potente e primordiale, rosso e argentato, con zampe lunghe come colonne e un pelo fatto di aculei.
Dieuwertje ci ha raccontato l’albo illustrato “Virginia Woolf, la bambina con un lupo dentro” di Isabelle Arsenault e Kyo Maclear, facendoci riflettere sul nostro lato oscuro. Anche Ester, la sua bambina di quattro anni, ha notato un dettaglio nell’illustrazione che alla mamma era sfuggito: le orecchie del lupo diventano il fiocco tra i capelli della piccola Virginia. Un giorno Ester ha detto: “Mamma lo vedi che ho il fiocco, non sono più arrabbiata”.
Lauryn, Stefania, Chiara e Maria Sole ci hanno poi sollevato lo spirito mostrandoci l’aspetto grottesco e dolce del lupo in albi illustrati come “Sono io il più forte” di Mario Ramos o in “Buongiorno dottore” di Michael Escoffier e Matthieu Maudet.
Per quanto riguarda la sottoscritta, il lupo rimane un animale sacro e inviolabile. Il lupo degli albi illustrati ritengo abbia una sua funzione ben precisa, mentre quello delle fiabe è difficilmente rappresentabile e quasi mai mi soddisfa vedendolo illustrato. Il lupo in conclusione è per me intoccabile perché vive nell’immaginazione di ciascuno di noi come potente archetipo collettivo. (Per approfondire potete leggere i miei articoli dal titolo “Che bocca grande hai #1” e “Che bocca grande hai #2”)
Come libraia e come guida (ogni gruppo ne ha infatti una ed è un ruolo intercambiabile) ho tenuto le fila del discorso sorprendendomi come ogni lupo ne chiamasse un altro, fiutando la traccia di ogni emozione e provocazione. Nessun lupo si è palesato a sproposito, ma sempre al momento giusto, facendo le mie veci per tutto l’incontro.
Vi riporto, ad esempio, la piccola catena analogica che ho proposto, a metà riunione, a partire dalla parola scarlatto:
scarlatto
rosa
ispido
feroce
ruvido
rosso
caldo
estate
afoso
sole
profumo
umido
bosco
mistero
Si può notare come senza pensarci troppo, ma avendo ben presente il lupo (d’altra parte se ne parlava già da un’oretta) la catena riveli un movimento evidente dal buio alla luce e viceversa in un cerchio senza fine che ben rappresenta la doppia anima del bosco e del suo re.
Ringraziando di cuore tutti i miei ospiti, mando un abbraccio grande ad Angela, una delle moschettiere presenti alla riunione. (Si, perché queste paladine del libro per ragazzi sono talmente votate alla loro missione da partecipare a moltissimi gruppi in tutta Italia).
L’incontro è iniziato su una mia provocazione tratta dal racconto “La compagnia dei lupi” di Angela Carter.
Per chiudere il cerchio magico del bosco nel quale il nostro lupo vive ve la riporto di seguito, augurandovi di avere sempre vicino un animale guida così bello, potente e ambiguo, perché solo attraverso il doppio scopriremo noi stessi (“In bocca al lupo” di Fabian Negrin docet…)
Dello scialle cosa vuoi che ne faccia?
Buttalo nel fuoco, mia dolce. Non ne avrai più bisogno.
Ella lo affagottò buttandolo nella fiamma che in un baleno lo consumò.
Della camiciola cosa vuoi che ne faccia?
Anche quella nel fuoco, cucciolo mio.
Come un uccello magico, la mussola fine dileguò nel camino e poi via anche la gonna, le calze di lana, le scarpe, tutto nel fuoco; ora la pelle soltanto le rivestiva le carni. In questa sua nudità sfolgorante, si passò le dita tra i capelli; erano bianchi come la neve. Poi, senza esitare, andò dall’uomo con gli occhi rossi.
Che braccia grandi hai.
Per abbracciarti meglio.
Che denti grandi hai!
Gli vide le fauci riemporsi di bava.
Per mangiarti meglio.
Gli rise in faccia. Fu lei a strappargli la camicia e a buttarla nel fuoco tra le ceneri ardenti dei suoi abiti smessi per sempre.
Le fiamme danzarono come anime nella notte di Santa Valpurga e là, sotto il letto, le ossa della vecchia si agitarono con grande frastuono ma lei non vi fece alcun caso.
Gli farà posare il capo sul grembo. La tormenta si placherà.
E si placò la tormenta, lasciando le montagne coperte di neve; nella foresta, i rami alti dei pini, scricchiolavano carichi di tutta la neve caduta.
Silenzio profondo, immobilità totale.
Mezzanotte; e l’orologio rintocca. E’ Natale, il giorno in cui nascono i lupi mannari, la porta del solstizio è ormai spalancata; sprofondino pure tutti laggiù.
Guardate! Eccola lì, dolce e sicura, dorme nel letto della nonna tra le zampe del suo amorevole lupo.