Caro Guido,
benvenuto nel nostro giardino.
E’ mezzogiorno e un sole sereno di fine Aprile illumina la radura nel boschetto di betulle. Questi alberi hanno un tratto e una grazia che trovo assomiglino molto al tuo personalissimo stile: leggero, flessuoso e un po’ sfuggente.
A volte, sfogliando i tuoi albi, ho l’impressione che un piccolissimo segno in più sbilancerebbe l’equilibrio preciso che riesci sempre a trovare tra il colore e la forma.
Pensi che un’illustrazione ben fatta sia una questione di equilibrio? Quali forze metti in gioco sul foglio bianco? Ami di più la simmetria o l’asimmetria?
La simmetria è troppo facile e anche un po’ noiosa, è divertente solo se esagerata. La uso solo quando il testo che devo illustrare ne parla esplicitamente. L’asimmetria è più dinamica, riesce a condurre lo sguardo fuori dal disegno, che è la cosa che cerco. All’equilibrio non penso, ma credo di arrivarci in modo automatico, mi sembra un requisito praticamente indispensabile.
Tra i ciuffi nuovi dell’erba si può distinguere l’ombra di un gruppetto di giovani merli che saltellano da un ramo all’altro, mentre le foglie delle betulle ci danno riparo dai raggi luminosi del sole. Giocando con le nostre ombre potremmo far finta di trovarci in una giungla e di trasformarci come nel tuo albo “Due scimmie in cucina”. A dire il vero mi pare che gli animali siano tra i tuoi soggetti preferiti. In cosa preferiresti trasformarti? Quali giochi hanno caratterizzato la tua infanzia e quanto è rimasto di quel periodo nella tua poetica, quando ti accingi ad illustrare un albo dedicato ai bambini?
Ho passato nei campi e nei boschi tutto il tempo che potevo, e non era poco. Anche se stavo in città i campi erano a pochi passi. E durante l’estate il mare.
Quale dei bambini che mi leggono si è costruito i giocattoli nella bottega dello zio falegname? E quale ha tenuto in mano una salamandra, un grillotalpa, uno scarabeo rinoceronte o un cavalluccio marino? Non so misurare quanto è rimasto. Certo una familiarità che ora mi sembra perduta.
Quanto a trasformarmi, penso che un gatto andrebbe benissimo.
La corteccia della betulla pare disegnata con la matita, da una mano veloce e sicura che tuttavia è riuscita a mettere in evidenza il suo carattere lieve accennando il suo profilo con pochi segni. Il resto è stato lasciato volutamente al vento, ai suoi giochi che scompongono e inventano nuove linee muovendo le foglie dalla patina verde ed argento. Quanto conta nel tuo lavoro lo sguardo del lettore? Che idea hai del bambino che prende in mano i tuo albi?
Scherzando dico spesso che il mio sogno è di riuscire a fare disegni invisibili, dove lo sguardo del lettore conta il cento per cento. Comunque credo che, inevitabilmente, il lettore ci metta molto di suo, sia quando guarda un disegno, sia quando legge un testo. Io cerco di favorire questa cosa, invece che aspirare a una lettura definita o univoca. I bambini sono tutti diversi e tutti uguali. Non avendo avuto figli, ho solo l’esperienza di me bambino e mi baso su questa.
Il nostro giardino è un luogo sensibile che risponde all’indole dei suoi ospiti svelando ogni volta percorsi diversi. Dietro al boschetto di betulle c’è una stradina costeggiata da folte graminacee che ci conduce in una radura più grande, spoglia e selvaggia. Qua e là è punteggiata da arbusti di corbezzolo, mentre l’erba verde e soffice cede il posto al tappeto fitto e resistente delle piane assolate. Osservando le tue illustrazioni intuisco che per te uno spazio libero sia un luogo ideale. Ti corrisponde questo posto del nostro giardino? C’è stato un momento in cui la natura ha rappresentato qualcosa di importante nel tuo percorso artistico?
La natura rappresenta per me molto di più di quanto io non la rappresenti. Come illustratore devo lavorare su testi di altre persone e quindi confrontarmi con temi che mi riguardano più o meno da vicino. Più meno che più.
Se penso a “Cose che non vedo dalla mia finestra” direi che l’ironia è un tratto tanto importante nelle tue illustrazioni quanto quello a matita. La leggerezza che si respira osservando le tue tavole (anche quando sono affollate) mi fa pensare ad un illustratore che crede che uno spazio vuoto, un contorno impreciso e uno sfondo pulito, siano degli ingredienti fondamentali per lasciare libera l’allegria del lettore. Nei tuoi albi ci sentiamo invitati a completare e a legare tra loro, con linee immaginarie, gli elementi della storia che l’illustrazione racconta. Come definiresti l’immaginazione? Credi che l’ironia sia anche sinonimo di fantasia in un bambino piccolo?
Come ho già detto, il fatto che il disegno si presti a diverse interpretazioni è una qualità e non un difetto. Il fatto che il lettore debba fare un piccolo sforzo o si perda in divagazioni lo considero un vantaggio e non un difetto.
L’immaginazione è proprio la capacità di divagare, di lasciar correre i pensieri.
Per quel che mi riguarda l’ironia è un modo di nutrire l’immaginazione, suggerendo accostamenti inusuali tra le cose. I bambini piccoli ne fanno molta, spesso involontariamente, cercando di fare esperienza del mondo. Per me è un atteggiamento da incoraggiare.
Guido è silenzioso. L’erba alta contro pantaloni pare il fruscio dei suoi pensieri. E’ il momento di allontanarci perché la solitudine è una condizione necessaria dopo una bella conversazione. La luce diventa più calda e l’ombra precisa di Guido si allontana mescolandosi a quella delle betulle.
Grazie per essere stato con noi nel nostro giardino.
Biografia
Guido Scarabottolo è nato a Sesto San Giovanni nel 1947. Laureato in architettura presso il Politecnico di Milano con una tesi di pianificazione urbana, dopo una breve esperienza presso uno studio di urbanistica, è entrato a far parte, nel 1973, dell’Arcoquattro, un gruppo di giovani architetti attivo nel campo della grafica e degli allestimenti. Da allora ha lavorato per i più noti editori italiani, la RAI, le principali agenzie di pubblicità e le maggiori aziende nazionali. Tra le collaborazioni più durature quella con l’Europeo, a partire dalla direzione di Lamberto Sechi, e quella con Italo Lupi, per Abitare.
Attualmente i suoi disegni appaiono regolarmente su Internazionale e sul domenicale del Sole24Ore.
Dal 2002 disegna molte delle copertine per le edizioni Guanda di cui cura anche la veste grafica. Con Guanda, nel 2005, pubblica la graphic novel Una vita. Romanzo metafisico con testi di Giovanna Zoboli. Nel 2006, sempre per Guanda, esce Note, in occasione della mostra di inediti e copertine ospitata contemporaneamente nelle librerie Feltrinelli di otto diverse città italiane.
Con Topipittori e sempre con testi di Giovanna Zoboli ha pubblicato i volumi per bambini Di notte sulla strada di casa, Due scimmie in cucina, Cose che non vedo dalla mia finestra e, nella collana PIPPO (Piccola Pinacoteca Portatile, nata dall’idea di una sua mostra a Givigliana), Quadri, quadretti e animali.
Per Principi e principi ha illustrato Pinocchio, il Diario di Eva di Mark Twain e Il diavolo nella bottiglia di Stevenson.
Per Vànvere edizioni Bestiario accidentale e Manifesto segreto.
Con Libri a Naso, microscopica casa editrice fondata con Studio Calamus, pubblica da diversi anni piccoli libri.
Ai suoi lavori sono state dedicate numerose mostre in Italia e all’estero.
Tra le più recenti: Tempo perso, presso la Galleria L’Affiche di Milano, Altro tempo perso alla D406 di Modena, Undici disegni a caso e una storia alla fondazione Querini Stampalia di Venezia, Pinacoteca Portatile a Givigliana (Udine), Sketchbook Obsessions, una collettiva nella sede del New York Times, Desenhar desenhos a Macau, Elogio della pigrizia a Cremona e Ferrara e Sotto le copertine a Parma, Castiglioncello e Fiesole.
Vive e lavora a Milano.
Bibliografia
- Giovanna Zoboli, Guido Scarabottolo Storie dell’anno scorso I libri a naso, 1998
- Guido Scarabottolo Disegni di ferro L’Affiche, 2002
- Giovanna Zoboli, Guido Scarabottolo Vita e passione di B.T., quadro I libri a naso, 2002
- Giovanna Zoboli, Guido Scarabottolo Pesce d’aprile Perini, 2003
- Giovanna Zoboli, Guido Scarabottolo Love I libri a naso, 2004
- Guido Scarabottolo La sindrome di bau I libri a naso, 2005
- Giovanna Zoboli, Guido Scarabottolo Una vita, romanzo metafisico Guanda, 2005
- Giovanna Zoboli, Guido Scarabottolo Di notte sulla strada di casa Topipittori, 2005
- Giovanna Zoboli, Guido Scarabottolo Non crede alle sirene I libri a naso, 2006
- Giovanna Zoboli, Guido Scarabottolo Due scimmie in cucina Topipittori, 2006
- Guido Scarabottolo Note Guanda, 2006
- Guido Scarabottolo Tempo perso L’Affiche, 2007
- Guido Scarabottolo FILE, giorni di carta, anni di ferro Comune di Pavullo, 2007
- Guido Scarabottolo Il gioco delle regole Mattioli 1885, 2009
- Guido Scarabottolo PIPO, pinacoteca portatile I libri a naso, 2009
- Guido Scarabottolo Elogio della pigrizia Tapirulan, 2010
- Carlo Collodi, Guido Scarabottolo Le avventure di Pinocchio Principi & Principi 2010
- Mark Twain, Guido Scarabottolo Il diario di Eva Principi & Principi 2010
- Louis Stevenson, Guido Scarabottolo Il diavolo nella bottiglia Principi & Principi 2011
- Guido Scarabottolo Sotto le copertine Tapirulan, 2012
- Giovanna Zoboli, Guido Scarabottolo Cose che non vedo dalla mia finestra Topipittori, 2012
- Marta Sironi, Guido Scarabottolo Quadri,quadretti e animali Topipittori, 2012
- Guido Scarabottolo Bestiario accidentale Vanvere, 2012
- Guido Scarabottolo Manifesto segreto Vanvere, 2014
- Cecilia Bartoli, Guido Scarabottolo Gli amici nascosti Topipittori, 2014
Un pensiero su “Un’intervista a Guido Scarabottolo”