È una raccolta di poesie lievi, misteriose.
Fare una raccolta non è cosa semplice: ci deve essere varietà, ma anche diversità; devi aver messo in fila parole, pensieri e giorni, averli riletti a distanza di tempo e visto che quel momento della tua vita creativa è concluso e coerente in se stesso.
Devi aver sentito chiaramente che c’è un senso che lega insieme le cose. Devi aver visto con lucidità che ciò che hai scritto è per tutti e non per te soltanto.
Hai sentito affiorare il mistero delle parole messe in fila come uccelli “su un filo e su un istante” e hai visto che erano poesia, poesia vera… che a barare si può far presto.
Fresca come acqua di fonte, profonda come acqua di faglia, la poesia di Carl Norac nella penna di Silvia Vecchini disseta. È vera.
E se è vera, è letteratura e saprà sospendere il tempo e rinnovarsi ogni volta che deciderai di leggerla.
Ci sarà sempre un mistero da interrogare qualcosa dentro di te da guardare, un silenzio da custodire, dopo.
Le illustrazioni di Anne Herbauts sono perfette: in costante equilibrio tra l’ironia, il non detto e la realtà
Un’illustratrice che non ti lascia una strada tracciata nel bosco, solo briciole di pane.
A volte se le mangiano gli uccelli.
Cosi come le poesie di Carl Norac, anche le illustrazioni di Anne Herbauts sospendono, esplorano l’invisibile, restano in attesa del tuo sguardo, del tuo sentire.
Ogni giorno nuovo.
Presta ascolto.
Poesie e illustrazioni sono giocose, ricche di spirito e popolate da spiriti benevoli. Le parole e la matita sono i Lari gentili di ogni pagina.
C’e una consonanza profonda tra il modo di fare nido di Silvia Vecchini e quello di Carl Norac: le loro voci si intrecciano così bene che
a volte non distingui di chi siano le parole-uovo. Sono entrambe azzurre.
Un libro che ti è piaciuto, anche se di letteratura per l’infanzia, non è necessario che arrivi al bambino. Molte parole
passano attraverso di te in modo indiretto. Non tutto è per subito. Potrebbe essere un libro che la tua bambina scoprirà da sola quando
avrà la tua età. Conservalo nella libreria.
Oppure potresti imparare una poesia a memoria, una che ami, e dirla ad alta voce mentre passeggiate in un luogo che vi è caro.
Non c’è fretta: ”È un dono, è per te.”
Come disse la mamma a Vassilissa: “Se ti perderai o avrai bisogno di aiuto, chiedi alla bambola che fare e sarai assistita; non parlarne con nessuno e nutrila quando ha fame. Questa è la mia benedizione e la mia promessa”.
Lascia uno spazio aperto, vuoto. Lascia che la lettura, che un libro, non sia performativo. Lascia spazio al “non so”. Lascia spazio a ciò che ancora non senti, non conosci, non sai.
Sono certa che la tua bambina non sia senza libri. Ogni cosa a suo tempo, anche se il tempo può essere lontano, più lontano di quello che
immagini.
Per i bambini gli apprendimenti indiretti sono quelli più importanti: nutriti tu, e il libro in qualche modo arriverà anche a lei.