La grande storia della scrittura

La grande storia della scrittura

di Vitali Kostantinov, edito da L’Ippocampo

La divulgazione richiede spesso pagine spaziose per poter affiancare alle didascalie figure o illustrazioni. Dunque Vitali Kostsntinov, autore di lunga esperienza e di numerose pubblicazioni, si prende lo spazio che deve per mettere in pratica l’idea di Susanne Kappe, la quale desidera rendere edotti i giovani lettori sulla storia della scrittura. Arriva dunque in Italia, grazie ad Ippocampo, un libro di ampio formato in cui apprendere, tra una vignetta e un’altra e con l’ausilio di brevi testi esplicativi, come il linguaggio abbia trovato, da un certo punto della storia in poi, il modo di essere tramandato, di evolversi e di essere interpretato da un segno scritto.

Un’idea quella di Susanne Kappe che si colloca nel panorama editoriale per l’infanzia con una sua originalità. Che la divulgazione goda ormai del favore del pubblico è indubbio, e in particolare, in Italia, è stata la casa editrice Ippocampo a saper cavalcare con sagacia, gusto e spirito di ricerca questo fiorente comparto della letteratura per bambini e ragazzi.

Ecco allora che da oggi potrete collocare “La grande storia della scrittura” vicino agli ormai famosi Inventari illustrati, a Zoottica, ad Anatomia e a tanti altri titoli della rinomata casa editrice. Vitali Kistantinov sceglie tre colori dominanti – bianco, nero e rosso – e uno stile fumettistico, per portarci a spasso per il mondo e nel tempo a scoprire in quanti modi gli uomini di diverse etnie e culture abbiano declinato parole e suoni in simboli.

Un albo che potrete sfogliare o regalare con soddisfazione a partire dalla terza primaria, quando i primi rudimenti della lingua avranno fatto germogliare qualche consapevolezza in più in merito al segno e al suono.

Ricordo che in quinta elementare mi fu regalato il mio primo dizionario della lingua italiana e che all’inizio di ogni nuova lettera veniva riportato l’alfabeto di una lingua antica non più in uso. Ebbene, io e la mia migliore amica decidemmo di imparare l’alfabeto fenicio per scambiarci messaggi segreti decifrabili, neanche a dirlo, solo da noi. Ovviamente usavamo i fonogrammi abbinandoli ai suoni del nostro alfabeto, ma fu comunque un esperimento interessante che credo mi abbia portato, ripensandoci ora a distanza di anni, a riflettere per la prima volta, in modo del tutto giocoso e inaspettato, sulla lingua e i suoi affascinanti meccanismi.

Così oggi, da libraia, mi auspico che altri bambini, qualche generazione dopo la mia, abbiano voglia di cimentarsi con la scrittura di culture del passato anche solo per scambiarsi missive segretissime. La terza classe primaria segna poi l’ingresso di quell’affascinante materia che è la storia; allora credo che “La grande storia della scrittura” sia un modo piuttosto accattivante e inusuale per fomentare la curiosità dei bambini sui popoli del passato e contemporaneamente gettare uno sguardo sui tanti modi attraverso i quali oggi comunichiamo, dato che le nuove tecnologie stanno cambiano rapidamente le forme scritte e verbali del linguaggio. Un modo inaspettato e per questo ricco di potenziale, per accedere domande e avviare ricerche inedite.

In ultima analisi questo albo dice ai suoi giovani lettori che le lingue moderne sono più vive che mai e che le emoticons, per esempio, sono logogrammi molto vicini ai primi tentativi dell’uomo di dare una forma alle proprie parole. Inoltre in questo libro trovano spazio anche le scritture “fantastiche” o “di altri mondi”, quei linguaggi cioè che nascono o sono nati tra le pagine dei libri, come la lingua della Terra di mezzo ( Tolkien) , o nella fantasia di rinomati sceneggiatori se si pensa ai tanti idiomi della fortunata serie Star Trek. E aggiungo che si potrebbe pure vedere tutti insieme, in classe o a casa, un film come The Arrival di Denis Villeneuve (2016) che, pur nella sua complessità, saprebbe con la giusta mediazione, spalancare il pensiero dei bambini verso nuovi orizzonti e portare alla formazione di un pensiero critico capace, per esempio, di comprendere e collocare un fenomeno mediatico come quello del “corsivo parlato”.

Buona lettura!

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