Murdo. Il libro dei sogni impossibili

Murdo. Il libro dei sogni impossibili

di Alex Cousseau e Eva Offredo, edito da L’Ippocampo

È un libro di cui non mi è facile scrivere. Vengo subito al punto: trovo Murdo di Alex Cousseau un libro fragile, di quella fragilità che hanno certi bicchieri di cristallo in cui è già presente un’incrinatura. Credo che Murdo sia un libro che vada maneggiato con cura e sul quale occorre appoggiare pensieri equilibrati e sobri.

La fragilità – da non confondersi qui con delicatezza o poeticità ma piuttosto con debolezza – sta nella qualità della sua scrittura che oscilla continuamente – e pericolosamente – tra l’onirico e il lirismo.

Devo ammettere che il più delle volte Alex Cousseau, sostenuto in questo dalle illustrazioni scanzonate di Éva Offredo, riesce a mantenere miracolosamente l’equilibrio e a regalarci pagine lievi che germogliano in grappoli di immagini inusuali e interessanti. Sì, bisogna proprio dire che l’apparato illustrato di questo libro, che non è di certo un albo, è davvero importante per l’equilibrio finale. Éva Offredo aggiunge oltre ad un immaginario giocoso – conferendo, tra le altre cose, al muso di Murdo evidenti somiglianze con il muso di una scimmia (e in questo mi ricorda il simpatico e irriverente Curious George di Margret Rey e H. A. Rey (1941) – un pizzico di perturbante, con quegli occhi neri neri (quasi senza fondo) che richiamano alcune maschere di demoni giapponesi (e sappiamo bene come il sentimento del perturbante sia provocato proprio da anomalie agli occhi). Ben diverse sarebbero state le atmosfere dei racconti di Cousseau con illustrazioni piu pastellate e pittoriche. Invece la Offredo con il suo gusto grafico e la gamma dei colori limitata, dà man forte al testo anche quando questo tende a scivolare verso una certa sensibilità melensa tipica del lettore adulto contemporaneo appassionato di libri per bambini.

E sta proprio qui la più grande fragilità di Murdo: nel suo lettore.

Ma facciamo un passo indietro e raccontiamo brevemente l’idea che sostiene questo libro: Murdo è un yeti e in quanto figura mitologica può esistere soltanto tra le pagine dei libri. Per questo Murdo fa sogni impossibili, il primo dei quali è quello di poter esistere

fuori dai libri e vivere su montagne che non siano fatte di carta. E dopo averci raccontato il suo più grande desiderio inizia ad elencarci altri 58 sogni impossibili. I sogni sono numerati e non occupano mai più di una pagina. Murdo scrive in prima persona e si rivolge direttamente al lettore.

Dunque uno Yeti e i suoi sogni.

La domanda potrebbe sembrare banale: con queste premesse chi è il lettore di questo libro. Verrebbe da rispondere chiunque: dal bambino di 4 anni fino al lettore di mezza età ( e c’è chi oserebbe anche più in là, ma non è questa la sede per aprire un dibattito sull’ormai consolidata dicitura 0-99). Che il pubblico di Murdo sia così variegato, potrebbe sembrare ad oggi un punto di forza, dato che i libri illustrati davvero trasversali sono a mio parere così pochi, ma questa indefinitezza su chi sia il lettore ci pone davanti ad un problema non da poco nell’editoria contemporanea per bambini e ragazzi: come viene interpretata una scrittura dai contenuti così spiccatamente fanciulleschi quando si tratta di un lettore adulto.

Se questo libro risveglia il tanto custodito e amato bambino interiore, Murdo potrebbe scatenare incontrollati entusiasmi (simili a quelli che produsse nei primi anni 2000 il film “Il favoloso mondo di Ameliè” di Jean-Pierre Jeunet) e non di meno, decine di declinazioni laboratoriali in cui si potrebbe continuare, potenzialmente all’infinto, ad immaginare i sogni del nostro Yeti, eroe indiscusso di fantasia, dolcezza e poesia.

Se al contrario il bambino interiore è sopito o addirittura sepolto sotto uno sguardo critico e razionale, Murdo potrebbe risultare piuttosto fastidioso e indigesto, se non del tutto incomprensibile.

Pensiamo invece ora al lettore bambino e che quindi non ha bisogno di appellarsi alla propria infanzia (età di cui per fortuna non è davvero consapevole se non come concetto generale) per apprezzare un libro che a rigor di logica troverete per lo più in librerie a lui dedicate: allora, in questo caso, Murdo sarà semplicemente Murdo, cioè resterà esattamente quello che è, ovvero un personaggio di fantasia che può per questo abitare il quotidiano di un bambino, in tutta la sua concretezza, alla stregua di qualsiasi altra creatura invisibile come lupi o fate.

Non è meraviglioso?

Ecco credo che sia con questa lievità che dovremmo attraversare le pagine di questo libro e non potendo, da adulti, rinunciare alle consapevolezze acquisite nel corso degli anni, essere grati di sentire ogni tanto stridere – come il suono di un vetro leggermente incrinato – qualche parola di troppo nei testi di Alex Cousseau. Questa importante sensibilità non deve far rimpiangere al lettore adulto l’ingenuità perduta, al contrario: dovrebbe farlo gioire, per essere stato capace, nonostante l’evidente infantilismo della nostra società, di diventare un lettore vigile e acuto che sa leggere i libri per bambini prestando attenzione alle trappole del lirismo, perché solo individuandole non correrà il rischio di rimanervi invischiato.

A questo punto potrò, come libraia, tirare un sospiro di sollievo nel sapere Murdo salvo da sguardi troppo innamorati. Forti del vostro senso letterario, potrete apprezzare di Murdo la sua leggerezza, saprete gioire del suo quid narrativo originale e infine rimanere piacevolmente colpiti da alcune riflessioni che solleticano pensieri sull’esistenza e sull’ invisibile proprio come dovrebbe fare la migliore letteratura.

Lasciate che un impercettibile senso di commozione e di malinconia – quasi di tristezza – vi colga tenendo insieme parole e illustrazioni; tuttavia non indugiate a lungo nell’idea che un libro come questo potrebbe essere un utile grimaldello filosofico…lasciate stare. Come vi dicevo Murdo è fragile come sono fragili tutte le scritture che indagano i sogni. Immaginate cosa ne sarebbe di “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare se ci mettessimo lì ad immaginare di rendere la sua storia “operativa”.

Concedete a Murdo il sogno più importante di tutti, un desiderio che nemmeno lui ha osato formulare: quello di poter esistere solo nelle pagine di un libro.

Buona lettura!

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