“Oh, come è bella Panama!” è un racconto circolare che con grande semplicità racconta di un’avventura straordinaria. La voce del narratore è una voce ‘fuori campo’ che commenta i fatti con tenerezza ed affetto, come potrebbe fare un adulto amorevole intento ad osservare un bambino alle prese con le sue prime esperienze di vita. Il lettore adulto non può che sorridere, insieme alla voce fuori campo, della grande ingenuità con cui Orso e Tigre ‘leggono’ le cose del mondo, e di come siano capaci di modellare il proprio immaginario a loro uso e consumo.
L’atmosfera così bambina – e ‘bambino’ è anche il finale – ci ricorda molto i racconti di Winnie Puh (nella versione originale, molto diversa dalla produzione disneyana), dove quell’orsetto così umano ci fa sorridere e commuovere nel suo essere la perfetta personificazione dell’infanzia.
Se dolce è il racconto, altrettanto morbide sono le illustrazioni, rassicuranti ma mai scontate, piene di piccole soluzioni spiritose: il cappello in cima alla canna da pesca, la paperella tigrata, e soprattutto l’oca esanime sulle ginocchia della volpe, nel giorno del suo compleanno…
“Devi sapere -le disse- che a Panama tutto è più bello perché Panama profuma di banane da cima a fondo. Panama è il paese dei nostri sogni, Tigre. Domani dobbiamo subito partire per Panama. Che ne dici, Tigre? Partiamo domani -disse la piccola Tigre.”
Tutti noi dovremmo avere nel cuore libri così.
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