Artemide è indubbiamente, insieme ad Ermes, la dea della mia infanzia. Se di Argentovivo ero segretamente innamorata, non vi era dubbio che io avessi lo spirito di Artemide, guerriera fiera e indomabile, signora dei boschi, abile con l’arco e con i capelli intrecciati di foglie e bacche. La amavo di quell’amore che solo i bambini sanno riservare alle figure del mito, un amore puro e totale che Jung definirebbe archetipico.
Così quando Ippocampo, dopo i racconti di Ermes, ha deciso di commissionare alla stessa autrice, Murielle Szac, un romanzo dedicato ad Artemide, non ho potuto che gioire all’idea di poter consegnare nelle mani dei miei giovani lettori parte della mia infanzia.
L’idea di Murielle Szac è la stessa che l’ha guidata nella stesura del libro dedicato ad Ermes: cento brevi capitoli che si inanellano uno dopo l’altro come le puntate di un feuilleton.
La novità, rispetto ad Ermes, è la veste grafica, decisamente più bella: dalla copertina rigida ai piccoli cammei a colori di Olivia Sautreuil, “Il romanzo di Artemide” si presenta sullo scaffale in modo accattivante. La traduzione di Fabrizio Ascari ci restituisce una scrittura fresca, ma mai banale, anche se devo ammettere, che in alcuni punti, Murielle Szac cede a qualche grossolanità e a qualche luogo comune. Mi riferisco a certi termini inseriti probabilmente per rendere la lettura più vicina al “linguaggio giovanile” e ad alcune figure maschili, come quella di Eracle, eccessivamente caricaturali, quasi poste in ridicolo per enfatizzare l’intraprendenza femminile di Artemide. Ecco, forse il peccato più grande di questo libro è questo eccessivo spirito femminista. Artemide non ha, a mio avviso, bisogno di essere difesa o portata alla ribalta in virtù del suo essere donna in una schiera di dei ed eroi. La vasta stirpe olimpica non fa distinzioni: dei e dee, ma anche donne e uomini, nella mitologia classica sono investiti dal medesimo fato cinico e baro e incarnano, ciascuno a modo proprio, un’essenza che non ha bisogno di confronti per emergere.
Artemide, attraverso le parole di Murielle Scaz ci invita nel suo bosco, a seguirla nelle sue numerose avventure, ad intrecciare scenari e personaggi senza chiederci quale sarà il fine, ma semplicemente srotolando la matassa del mito per ritrovarci inevitabilmente affascinati e perduti in storie che esistono da sempre.
Se ti sei perso le avventure di Ermes puoi trovarlo qui con la sua chiave di lettura https://www.radicelabirinto.it/prodotto/le-avventure-di-ermes-dio-dei-ladri/