NATALE NEL GRANDE BOSCO di Ulf Stark ed Eva Eriksson, Il gioco di leggere.
Un libro perfetto per aspettare il Natale.
Ogni capitolo è come se fosse una finestrella nel calendario dell’avvento, un rito serale per contare i giorni che mancano all’arrivo… di un ospite speciale.
Quante declinazioni può avere l’attesa del Natale? E che cosa è mai il Natale? Nella tana dei conigli, Conni e Nillo, non hanno mai nemmeno sentito parlare dell’inverno, sono nati solo questa primavera.
“L’inverno è quando fuori fa così freddo che ti senti pizzicare il musino e tutto prende il colore del cavolfiore.” Spiega Mamma Coniglio.
Intanto nella vecchia fattoria abbandonata, il Tomte assolve ai suoi compiti di gnomo guardiano. Anche se nessuno abita più la casa, e le stalle e il pollaio sono vuoti, il Tomte custodisce ogni cosa come un tempo: mette in punto l’orologio, tira le tende, prova il vecchio cavallo a dondolo dimenticato nella stanza dei bambini. Come tutti gli gnomi guardiani veste di grigio ed è un gran brontolone. Ha preso dimora nella cuccia del cane e a fargli compagnia c’è solo il ronzare di un bombo salvato il primo dicembre da una ragnatela.
Dal primo capitolo al ventiquattresimo i bambini possono seguire il doppio filo di una storia semplice orchestrata con maestria da Ulf Stark, autore di “Sai fischiare Joahnna?” e de “Il bambino dei baci” entrambi editi, nell’ultimo anno, dalla casa editrice Iperborea. E forse i vostri bambini hannno già iniziato ad amare anche il Tomte con il delizioso libro di Astrid Lindgren, meravigliosamente illustrato da Kitty Crowther, “Mentre tutti dormono” uscito in Italia nel 2015 per “Il gioco di leggere”; o nel recentissimo – parliamo di ottobre 2018 – “La Volpe il Tomte” sempre di Astrid Lindgren, ma con le illustrazioni di Eva Eriksson (la stessa illustratrice del lbro che mi appresto a recensire).
Con “Natale nel Grande Bosco” la penna impareggiabile di Astrid Lindgren passa a Ulf Stark che onora la tradizione popolare del Tomte conferendogli la stessa grazia dei racconti della Lindgren, aggiungendo però un tocco di ironia.
Il Tomte è una figura misteriosa e rassicurante che ha il dono di saper parlare agli animali, di accudirli nelle gelide notti invernali invitandoli a sognare l’estate che verrà.
Il Tomte di Ulf Stark è rimasto solo, ma presto la notte di Santa Lucia – non a caso al capitolo tredici – porterà anche a lui un sogno carico di speranza. E si sa, la luce di una stella non mente mai… e forse se il vento freddo di dicembre ha rubato al Tomte guanti e cappello è solo per avere il piacere di restituirglieli in modo del tutto inaspettato.
“…E mangia un biscotto che diventi più buono – gli dice la fata vestita di luce – Buon Natale!”
“Io non voglio essere buono. E non voglio che sia Natale. Mai e poi mai!” – gli dice il Tomte per tutta risposta.
Che brontolone! Ma poi per fortuna arrivano i coniglietti Conni e Nillo a salvarlo, anche se alla fine non si sa chi salva chi, come del resto deve essere nelle migliori storie per bambini, dove ogni filo dell’ordito concorre a creare una trama salda, ma aperta all’imprevisto. Ed è proprio l’intreccio così pulito nella sua bella tensione narrativa a fare di questo libro un libro di altri tempi, capace di coltivare, anche nei bambini più piccoli, l’amore per le parole. Non ci sono sbavature, nè tentennamenti nelle scelte narrative di Ulf Stark, come se la storia non potesse essere raccontata che così (sensazione questa tipica di chi ascolta le fiabe). Sarà perché il Tomte esiste da sempre, o perché la tradizione dei racconti nordici dedicati al bosco ha tanto da spartire con l’immaginazione bambina, ma non si può che restare sedotti da tanto nitore.
E se le fate e gli gnomi sono momentaneamente sgusciati fuori dal repertorio della letteratura contemporanea, per trovarli annichliti solo nei brutti libri del supermercato, afflitti da colori troppo sgargianti o da lustrini impudenti, essi continuano imperterriti a popolare la fantasia non solo dei bambini, ma anche degli adulti, che a queste creature magiche tornano sempre con grande affetto. Fate e Gnomi sono figure archetipiche che, seppure non appartengano all’immaginario dei bambini del bacino mediterraneo, trovano immediatamente posto nelle loro fantasticherie insieme ad un’innata disponibilità all’incantamento che per fortuna non conosce distinzioni di sorta. Così il Tomte, grazie alla casa editrice Il gioco di leggere, ritorna di nuovo a noi dalla notte dei tempi, guidato dalla luce di una piccola lanterna; con passi leggeri e felpati si riavvicina al letto dei vostri bambini e si veste per l’occasione dei colori delicati di Eva Eriksson che con le sue matite gli restituisce la grazia e l’evanescenza che merita.
“Natale nel grande bosco” ha il sapore dei buoni vecchi libri illustrati, quelli dalle grandi tavole narrative e didascaliche, ma che qui Eva Eriksson riesce a trasformare in scene deliziose e piene di pace, con le sue stufe a legna, i suoi letti di rami intrecciati, i suoi focolari sfavillanti, e i suoi vassoi ricolmi di dolcetti. Il tratto morbido della sua matita illustra un piccolo mondo che vorremmo abitare, fatto di rifugi e di tane, di cucce arredate e di dispense profumate. Non c’è vanità nella scrittura di Ulf Stark nè compiacimento nelle illustrazioni di Eva Eriksson (due caratteristiche rare di questi tempi), solo il desiderio di raccontare una storia che affiora da una fantasia che ad alcuni potrà forse sembrare un pò leziosa, ma che in realtà risulta pura e intatta. Si respira una grande autenticità in questo libro dal grande formato, dove un Tomte compie l’antica magia di regalarci una storia sospesa nel tempo o forse solo dimenticata.
Non vi resta che leggerlo, sera dopo sera, aspettando anche voi l’arrivo di un giorno speciale.